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Tutto esaurito per la proiezione del film in Api: “Gente di fiume. Il Gerenzone attraverso le voci dei suoi abitanti”

Grande successo per la proiezione nella sede di Api Lecco Sondrio del film “Gente di fiume. Il Gerenzone attraverso le voci dei suoi abitanti”: un centinaio di persone hanno gremito l’auditorium dell’associazione per questo lavoro che ripercorre la storia di Lecco e anche di alcune aziende associate ad Api Lecco Sondrio.

La serata è stata aperta da Enrico Vavassori, presidente di Api, che ha ringraziato Officina Gerenzone per aver realizzato questo lavoro così importante, soprattutto di memoria storica: “Avevo già partecipato alla prima del film – racconta il titolare delle Trafilerie Vavassori – ne sono rimasto molto colpito ed è per questo motivo che ho voluto fortemente che una proiezione venisse fatta proprio nella casa delle piccole e medie imprese di Lecco. Come Api abbiamo sostenuto questo progetto fin dall’inizio e visto il risultato siamo molto felici di averlo fatto”.

Silvia Negri, responsabile di ApiTech e dell’area ambiente e sicurezza di Api Lecco Sondrio, nonché volontaria di Officina Gerenzone, è stata una delle anime di questo progetto: “E’ stato un lavoro lungo, di tre anni, che abbiamo seguito con molta passione e altrettanta partecipazione da parte di tutti gli abitanti, gli imprenditori e i lavoratori che hanno un legame fortissimo con questo fiume che per secoli ha rappresentato la storia della nostra città, sociale ed economica”.

Al termine del film è intervenuto anche il regista Federico Videtta: “Siamo alla quarta proiezione e siamo al tutto esaurito per la quarta volta, ne siamo veramente contenti e orgogliosi, è stato un lavoro entusiasmante per me e per tutti i volontari di Officina Gerenzone”.

Api ha un legame particolare con il Gerenzone – ha chiuso il direttore di Api Lecco Sondrio Marco Piazzacome ha ricordato Barbara Cattaneo dei Musei Civici anni fa abbiamo realizzato insieme un bellissimo libro su questo fiume e sulle aziende che sono sorte sulle sue rive dal titolo “La valle del Gerenzone”. Questo film merita di essere visto da tutti, in particolare dai lecchesi, e mi auguro venga proiettato nelle scuole per far conoscere ai ragazzi la storia della loro città”.

Anna Masciadri
Ufficio Stampa

Il 51% delle imprese Api Lecco Sondrio: non arrivano le candidature per le offerte di lavoro

Il lavoro non manca, mancano i candidati. E’ questo il problema principale (51%) per le associate ad Api Lecco Sondrio che emerge dai risultati dell’indagine condotta dal Centro Studi di Confapindustria Lombardia relativa alle risorse umane a cui hanno partecipato circa un centinaio di nostre associate.
Il problema della mancanza di manodopera, in particolare specializzata, nell’industria italiana è noto da mesi e anche nel territorio di Lecco e Sondrio le imprese stanno cercando con ogni mezzo di reperire collaboratori senza fortuna.
Nel corso del 2023 la ricerca di nuovo personale nelle aziende si è diffusa rispetto al passato, ma il 23% di queste non ha implementato l’organico. Nonostante dinamiche certamente positive e diffuse nei primi sei mesi dell’anno, le difficoltà riscontrate nella selezione di nuovo personale restano evidenti, e tendono a ricalcare le rilevazioni che il sistema Confapi ha avuto modo di monitorare negli ultimi anni. La specializzazione, soprattutto ai livelli operativi, rimane un desiderata che trova scarsa compensazione sul mercato, limitando nei fatti l’operatività aziendale: per 74 intervistati su 100 spicca la mancanza di operai specializzati, essenziali nei ruoli più operativi. Rimane altrettanto elevato il divario tra domanda e offerta su figure operaie semplici per 4 imprese su 10.
Se da un lato, i “vuoti d’offerta” presenti sul mercato del lavoro sembrano riconducibili proprio alla mancanza di formazione adeguata, in modo altrettanto evidente si manifesta carenza di persone che si affaccino sul mercato. Per 5 industrie su 10 mancano candidati che si presentino per sostenere colloqui legati alle posizioni offerte e questo rappresenta il problema più diffuso tra le intervistate (51%).
Quale potrebbe essere la soluzione? Andare a recuperare i Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero gli inattivi tra i 15 e 29 anni che in Italia sono il 19% (record europeo), formarli adeguatamente per poi permettergli di trovare una propria strada lavorativa.
Le nostre imprese credono fortemente nella formazione, soprattutto negli ITS (Istituti tecnici superiori), che preparano i giovani a lavorare in azienda: il 72% degli imprenditori considera di massimo interesse figure provenienti da questi percorsi scolatici.
E per colmare la mancanza di competenze attuali 8 nostre associate su 10 hanno avviato percorsi interni di formazione per trasmettere competenze specialistiche.

I dati dell’indagine confermano quello che sentiamo dagli imprenditori tutti i giorni – commenta il direttore di Api Lecco Sondrio Marco Piazzamancano figure specializzate pronte a lavorare nelle aziende e c’è anche una enorme carenza di candidature. I giovani che né studiano né lavorano sono sempre più in aumento, rappresentano una zona d’ombra che abbiamo il dovere di illuminare e cercare di dare un futuro. Riuscire a intercettare il loro interesse, formarli adeguatamente e dargli un lavoro, magari anche molto vicino a casa, sarebbe la soluzione ideale per tutti”.

Cliccando qui è possibile scaricare il report completo.

Anna Masciadri
Ufficio stampa