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“Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”: questionario

6LIBERA, associazione partener di Confapi Sicilia, promuove l’indagine conoscitiva nazionale SAFE per conoscere e contrastare molestie, violenze e discriminazioni nei luoghi di lavoro.
 
L’indagine è anonima e aperta a tutte le lavoratrici, i lavoratori, gli imprenditori e i manager.
Il tuo contributo è fondamentale per costruire ambienti di lavoro più sicuri, rispettosi e liberi da ogni forma di abuso.

Bastano pochi minuti per partecipare in modo riservato e consapevole.

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Manovra. Camisa: super ammortamento non va incontro a pmi industriali

“La decisione da parte del Governo di destinare 4 miliardi al super ammortamento nella manovra di bilancio non va nella direzione auspicata dal mondo delle Pmi industriali che Confapi rappresenta. I dati, infatti, dimostrano che questa misura è più adatta alle imprese di maggiori dimensioni. Come Confapi riteniamo che la strada da seguire sia invece quella del credito d’imposta, strumento più efficace e realmente utilizzabile dalle Pmi, che rappresentano la colonna portante del sistema economico del Paese”. Lo dichiara il Presidente di Confapi, Cristian Camisa.
“Il Piano Transizione 5.0 – spiega – si è rivelato un’opportunità cruciale per la competitività e la doppia transizione, digitale ed ecologica, delle imprese italiane. Tuttavia, i vincoli europei non ne hanno consentito un utilizzo diffuso, nonostante si basasse su un credito d’imposta, uno strumento più adeguato alla dimensione delle Pmi industriali e utilizzabile anche in assenza di utili d’esercizio. Dati recenti dimostrano che, mentre fino al 2019 il super e iper ammortamento era utilizzato per il 64% da medie e grandi imprese, dal 2020 l’introduzione del credito d’imposta ha consentito alle Pmi manifatturiere di diventare le principali beneficiarie, maturando oltre il 60% del credito complessivo 4.0.”
“Le imprese manifatturiere – aggiunge il Presidente di Confapi – sono state, nel triennio, le principali beneficiarie della misura, avendo maturato oltre il 60% del credito complessivo legato agli investimenti in beni materiali 4.0, pari a circa 11,5 miliardi di euro. Il credito d’imposta ha dunque svolto un ruolo determinante nel sostenere la crescita e l’innovazione del sistema produttivo, rafforzando la competitività delle piccole e medie imprese, che costituiscono il cuore del tessuto economico nazionale. Il super e iper ammortamento, al contrario, è stato utilizzato in misura prevalente dalle grandi imprese. L’introduzione del credito d’imposta ha rappresentato un passo avanti verso una politica industriale più moderna e inclusiva. A differenza del meccanismo di ammortamento, che produce benefici solo nel tempo e per le imprese in utile, il credito d’imposta consente una riduzione diretta del carico fiscale attraverso la compensazione, anche in assenza di utili di esercizio.
“Ci auguriamo che in un momento così delicato per l’economia del Paese – conclude Camisa – le misure previste in manovra siano davvero pensate per rilanciare la competitività del tessuto produttivo e tarate sulle esigenze delle Pmi industriali. E il cl credito d’imposta è lo strumento che risponde maggiormente alle loro necessità assicurando maggiore liquidità, tempi più rapidi di fruizione e una programmazione più efficace degli investimenti”.
 

Vicepresidente Napoli a convegno su calamità naturali e polizze catastrofali

Il Vicepresidente di Confapi, Francesco Napoli, è intervenuto a Milano al convegno “Calamità naturali in Italia: anno zero – Una sfida per il mondo assicurativo e per il Paese”.
Nel coso del suo intervento ha affermato che “l’Italia è giunta all’anno zero nella gestione delle calamità naturali. È il momento di scegliere se affrontare con determinazione questa sfida o continuare a subirla, con conseguenze devastanti per imprese, cittadini e territori”.
Confapi condivide il principio alla base dell’obbligo di sottoscrizione delle polizze catastrofali, riconoscendone l’intento di garantire una maggiore tutela per il tessuto produttivo italiano, sempre più esposto a eventi climatici estremi. Tuttavia, l’attuale normativa presenta criticità operative e rischia di penalizzare le piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale del sistema economico nazionale.
Tra i punti critici evidenziati da Napoli: Onerosità delle polizze per le PMI, spesso sproporzionate rispetto alla loro capacità finanziaria; Mancanza di trasparenza su costi, condizioni, franchigie e indennizzi; Assenza di criteri chiari per la valutazione degli sconti previsti in caso di investimenti in prevenzione; Definizioni ambigue su abusi edilizi, che potrebbero escludere imprese in modo arbitrario dalla copertura; Incertezza sulle conseguenze per l’inadempimento dell’obbligo.
“Serve una proroga dei termini prima dell’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo, per consentire di definire regole chiare, criteri equi e un sistema realmente accessibile per tutte le imprese – ha specificato – Le Pmi non possono essere lasciate sole né messe di fronte a obblighi privi di reale sostenibilità economica”.
Napoli ha poi ribadito le richieste di Confapi: Maggior trasparenza e standardizzazione delle polizze, con garanzie minime comuni e possibilità di comparazione tra le offerte. Formazione e informazione capillare, per permettere alle imprese di conoscere e valutare le proprie opzioni. Un tavolo permanente di confronto con istituzioni e assicurazioni, per monitorare l’attuazione e proporre correttivi concreti.
“Le assicurazioni devono diventare una vera tutela, non un ulteriore peso burocratico ed economico – ha concluso il Vicepresidente Napoli –. Siamo pronti a collaborare, ma serve un approccio realistico e condiviso, in grado di proteggere davvero il nostro tessuto produttivo”.

Confapi a presentazione Rapporto Efficienza Energetica Enea

Alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, Confapi ha preso parte alla presentazione del Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica 2025 di ENEA, giunto quest’anno alla sua quattordicesima edizione. In rappresentanza della Confederazione ha partecipato il Vicepresidente, Francesco Napoli.

L’evento ha rappresentato un importante momento di confronto tra istituzioni, esperti e rappresentanti del mondo produttivo sui temi dell’efficienza energetica e delle politiche di incentivazione alla riqualificazione degli edifici.
Nel corso del dibattito sono intervenuti parlamentari, rappresentanti ministeriali, tecnici ENEA e stakeholder del settore. A chiudere i lavori è stato il Ministro Pichetto Fratin, che ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato per raggiungere gli obiettivi energetici nazionali ed europei.

Consulta il Rapporto ENEA 2025

Legge bilancio. Camisa: bene Governo su conti pubblici, fondamentali transizione 5.0 e riduzione costo energia

“La Legge di Bilancio 2026 dovrà muoversi in un equilibrio delicato nel sostenere la competitività delle Pmi industriali, rafforzare la capacità di investimento e innovazione, e garantire al tempo stesso la sostenibilità dei conti pubblici in un contesto di risorse limitate”. Lo ha dichiarato il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, al termine dell’incontro svoltosi a Palazzo Chigi tra il Governo e le parti sociali sul disegno di Legge di Bilancio.
“Un plauso – ha spiegato – va fatto al Governo per la tenuta dei conti pubblici. Mi riferisco in particolare al raggiungimento del pil al 3%, con lo spread Btp/Bund a 84, che significa minori interessi sul debito pubblico e quindi maggiori risorse che possono essere destinate alle imprese. Il contributo dell’Italia al raggiungimento della pace a Gaza è, inoltre, un altro elemento importante perché nel momento in cui c’è pacificazione in giro per il mondo c’è maggiore fiducia e vengono riaperti mercati con nuove possibilità per le nostre imprese”.
Per Confapi, la Legge di Bilancio 2026 dovrà operare lungo alcune direttrici strategiche. “La prima, fondamentale, è quella degli incentivi per investimenti e transizione tecnologica. Occorre ripensare a uno strumento sul modello del Piano Transizione 5.0 con fondi nazionali, con modalità meno burocratiche favorendo la diffusione di soluzioni digitali ed energeticamente efficienti che significherebbe maggiore competizione e innovazione delle nostre imprese nei prossimi due o tre anni. Le Pmi industriali italiane pagano un deficit di produttività rispetto ai competitori esteri, per questo Transizione 5.0 è l’unico modo di recuperare produttività e competitività. L’efficacia del nuovo Piano dipenderà dalla sua capacità di essere flessibile e accessibile; garantire tempi certi per la programmazione degli investimenti; avere procedure semplificate e regole operative chiare. Bisogna poi tener conto della questione relativa agli eventuali nuovi dazi degli Stati Uniti alla Cina che rischiano di cambiare le rotte dell’esportazioni cinesi ancor di più verso l’Europa. In questo contesto è indispensabile che le imprese siano pronte, con livelli sempre più alti a livello di innovazione e digitalizzazione. Solo così potremmo permettere alle nostre Pmi di crescere e rimanere sul mercato”.
Tra i temi toccati nel corso della riunione dal Presidente Camisa anche quello relativo agli incentivi fiscali e alla semplificazione, con la richiesta di interventi mirati a ridurre la pressione tributaria anche lato imprese e a garantire certezza normativa; la detassazione degli incrementi contrattuali, degli straordinari, fringe benefit e premi di risultato; l ‘attuazione puntuale del Pnrr, assicurando che le risorse europee vengano pienamente utilizzate nei tempi previsti, con priorità ai progetti a più alto impatto industriale e occupazionale”.
“Riteniamo determinante – ha aggiunto Camisa – la riduzione del costo dell’energia e delle materie prime che sta minando sempre più la competitività per le imprese manifatturiere. Nonostante l’ingente sforzo finanziario, con circa 165 miliardi di euro cumulativi erogati in incentivi green, i risultati non sono arrivati: il prezzo all’ingrosso dell’elettricità è raddoppiato. Questo si traduce in un significativo svantaggio competitivo per l’industria italiana rispetto ai partner europei. Nei primi nove mesi dell’anno, il Pun italiano (€107/MWh) è risultato nettamente superiore a quello di Germania (€87/MWh), Francia (€63/MWh) e Spagna (€62/MWh). Sono necessarie misure a breve termine per abbattere il costo dell’energia e colmare il gap competitivo. La nostra proposta presentata oggi riguarda l’azzeramento, almeno per sei mesi, della componente Asos, gli oneri per rinnovabili, in modo selettivo per tutte le imprese del settore manifatturiero, indipendentemente dal livello di tensione della fornitura. Abbiamo chiesto al Governo – ha concluso il Presidente di Confapi – a dimostrazione di un rinnovato interesse per le Pmi industriali e per la loro centralità, di concentrare tutti gli sforzi su questo mondo che è quello che ha permesso a questo Paese di mantenere un ruolo di centralità a livello europeo”.

Confapi in audizione congiunta su dl codice incentivi

Confapi, rappresentata dal consigliere Jonathan Morello Ritter e dalla responsabile legislativo, Stefania Multari, è stata audita presso la X Commissione della Camera dei deputati (Attività produttive, commercio e turismo) e la IX Commissione del Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) sullo schema di decreto legislativo relativo al codice degli incentivi.
Confapi ha espresso apprezzamento per il progetto del nuovo “Codice degli incentivi”, ritenendolo un passo strategico per le Pmi industriali. L’iniziativa rappresenta un primo intervento significativo per la revisione degli incentivi alle imprese, in linea con gli obiettivi del Pnrr per la semplificazione e la razionalizzazione degli strumenti di sostegno.
Pur valutando positivamente l’impostazione dello schema di decreto, la Confederazione ha sottolineato la necessità di apportare alcune modifiche cruciali per rendere il Codice realmente efficace, in particolare rafforzando il ruolo delle associazioni di categoria e migliorando il sistema di criteri premianti.
Confapi ritiene che il successo del Codice degli incentivi dipenda dalla valorizzazione dell’intero ciclo di vita dell’incentivo, dalla programmazione alla valutazione dei risultati. Per questo, è fondamentale un coinvolgimento strutturale e proattivo delle associazioni di categoria in tutte le fasi. Positivi in tal senso sono sia il Programma Incentivi che il Tavolo Permanente degli Incentivi istituito presso il Mimit che dovrà vedere, oltre ad una maggiore rappresentanza delle regioni rispetto al solo componente attuale, una partecipazione proattiva e strutturale delle Associazioni, e non un ruolo meramente facoltativo o consultivo come previsto nello schema. L’obiettivo dovrebbe essere di trasformare il Tavolo in una vera e propria Cabina di regia nazionale capace di orientare le politiche industriali in modo coerente e partecipativo.
Così come la valorizzazione di strumenti digitali come il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato e la piattaforma Incentivi.gov.it è considerata fondamentale per semplificare la fruizione per le imprese. “È necessario, tuttavia – ha sottolineato Ritter – che l’implementazione dei nuovi servizi digitali, come l’integrazione delle piattaforme Incentivi.gov.it e Rna, avvenga con scadenze vincolanti. L’introduzione del ‘bando-tipo’ è una misura positiva che risponde all’esigenza di standardizzazione e uniformità, molto sentita dalle imprese. Chiediamo che diventi una prassi consolidata, con il coinvolgimento strutturato delle rappresentanze imprenditoriali per calibrare gli strumenti pubblici sulle reali esigenze delle imprese.
Confapi ha espresso apprezzamento per l’introduzione di un quadro uniforme per il sistema di premialità e riserve, che mira a premiare comportamenti virtuosi delle imprese. Particolarmente significativa e apprezzata è la conferma e l’estensione della riserva di risorse per le Pmi a tutti gli incentivi, con una quota minima del 60% delle risorse riservata alle Pmi e almeno il 25% destinato alle micro e piccole imprese. Particolarmente apprezzata la riserva del 60% degli incentivi alle Pmi (di cui il 25% alle micro e piccole imprese). In audizione è stato proposto di rendere certa e vincolante tale riserva attraverso un monitoraggio in fieri delle misure ed una rendicontazione trasparente che dia conto, tramite open data, degli incentivi erogati.
Per rendere il sistema ancora più efficace, la Confederazione ha proposto l’inserimento di un principio generale in cui la premialità sia contestualizzata in base alla tipologia del bando, prevedendo una gradualità nella stessa nonché che vengano valorizzate le certificazioni volontarie già in possesso delle imprese e le iniziative in linea con i criteri Esg, oltre a quelli in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Per la Confederazione è altrettanto positiva la standardizzazione dei processi e l’uniformità di applicazione del Codice a livello sia centrale che territoriale. Bisogna, tuttavia, valorizzare la possibilità per le Regioni di prevedere misure tarate sulle specificità territoriali. Inoltre, sarebbe utile circoscrivere le numerose deroghe alle norme del Codice contenute nel testo, per evitare che la flessibilità si traduca in incertezza e disomogeneità.
“Le Pmi industriali – ha ricordato Morello Ritter – hanno bisogno di certezze, stabilità e un unico riferimento normativo certezza per poter pianificare i propri investimenti in modo efficace. È, inoltre, necessario: integrare in modo strutturale le Associazioni di categoria nel Tavolo Istituzionale permanente degli Incentivi istituito presso il Mimit, prevedendo un ruolo proattivo nelle attività e non solo una facoltà di essere consultate; garantire la trasparenza e la tempestività da parte delle amministrazioni riguardo ai plafond disponibili, anche durante la fruizione dell’incentivo; garantire termini certi per gli atti attuativi del decreto; creare le condizioni affinché il bando tipo diventi una ‘prassi consolidata’, limitandone le deroghe e coinvolgendo le Associazioni nella sua predisposizione; assicurare certezza nei tempi di istruttoria e di erogazione delle risorse”.

 

Cabina regia Pnrr. Camisa: necessarie misure nazionali a sostegno pmi

“Il Pnrr rappresenta una delle più importanti occasioni di investimento strutturale per l’Italia nel prossimo decennio. Si tratta di uno strumento fondamentale che sta consentendo alle aziende di effettuare investimenti vitali per la produttività e per la competitività a medio e lungo termine. Il Piano, oltre alla digitalizzazione e all’innovazione, consente per quanto riguarda la sostenibilità di avvicinare le Pmi industriali alla filiera delle grandi aziende”. Lo ha detto il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, al termine della riunione della Cabina di regia sul Pnrr svoltasi a Palazzo Chigi.
“Al di là delle difficoltà dovute ai vincoli europei – ha spiegato – siamo molto soddisfatti che il Governo, con i ministri Fitto prima e Foti poi, abbia accolto nella fase di rivisitazione del Pnrr, il tema del credito d’imposta. Questa strada non va interrotta con la fine di Transizione 5.0, ma deve essere agganciata con una misura e con risorse di carattere nazionale che diano continuità in modo da consentire alle Pmi di fare programmazione a lungo termine. Da una nostra indagine, più del 15% delle nostre aziende ha utilizzato questa misura. In un momento delicato come questo, infatti, i prossimi due o tre anni saranno vitali affinché le nostre aziende abbiano un livello di digitalizzazione almeno pari a quelle europee”.

“Abbiamo portato al tavolo – ha aggiunto il Presidente di Confapi – la proposta di attivare immediatamente un fondo su Transizione 5.0 che sia di carattere nazionale e con meno vincoli per le imprese perché il percorso che è iniziato con questa misura e con il Pnrr possa continuare a livello strategico”.

Camisa: ritorno da ferie difficile, serve piano nazionale di rilancio

“Il ritorno dalle ferie si sta rivelando estremamente complicato per il comparto industriale italiano. La situazione economica è peggiorata rispetto alla fine di luglio e richiede risposte immediate e coordinate”. Lo ha dichiarato il Presidente Cristian Camisa.

“Accantonando la crisi politica francese – prosegue – anche la Germania, locomotiva industriale d’Europa, mostra segnali allarmanti tanto che oggi si intravede addirittura un fenomeno di deflazione dei prezzi dei beni. È evidente che, se non interveniamo per tempo, rischiamo di essere trascinati verso il basso dalla debolezza dei nostri principali partner commerciali. Il Pnrr ha dato una spinta importante, ma temporanea. Serve una visione di lungo termine che vada oltre i fondi europei e che metta le nostre imprese nella condizione di competere e crescere”.

Per il Presidente “la Francia oggi ha un rating superiore di sei notch rispetto all’Italia, ma la situazione reale non giustifica uno scarto così ampio. È necessario lavorare con le agenzie di rating per ridurre ulteriormente il costo del nostro debito, liberando risorse economiche fresche che possano essere reinvestite nella crescita. Una volta alleggerito il peso del debito, bisogna avviare un piano nazionale di rilancio dell’economia senza attendere passivamente le decisioni di Bruxelles. Le nostre Pmi hanno bisogno di certezze e strumenti concreti, non di burocrazia e ritardi. Solo così potremo evitare di essere travolti dalla crisi europea e restituire fiducia al nostro sistema produttivo.

“Non possiamo dimenticare – aggiunge Camisa – che i nostri principali concorrenti globali, Stati Uniti e Cina, hanno la capacità di assumere decisioni strategiche immediate e di orientare le proprie politiche industriali e commerciali. L’Europa, al contrario, appare spesso impantanata in veti incrociati e procedure lente, che finiscono per penalizzare l’intero tessuto produttivo. È proprio in questa asimmetria che si gioca il futuro della nostra industria. O l’Italia sarà in grado di dotarsi di un Piano industriale nazionale in tempo brevi, pur tenendo in considerazione il contesto europeo, – conclude – oppure rischieremo di restare ai margini della competizione internazionale”.

 
 

Confapi al tavolo sulla sicurezza col Ministro Calderone

Confapi ha preso parte al tavolo sulla sicurezza e del lavoro convocato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone. “Anche nell’incontro di oggi – ha sottolineato il Vicepresidente, Francesco Napoli – abbiamo ribadito la necessità di affrontare la sicurezza sul lavoro in modo organico. Per questo abbiamo richiesto un forte coordinamento tra le varie misure previste nei diversi provvedimenti in discussione (DDL Pmi, DDL Semplificazioni e il prossimo DL Sicurezza sul Lavoro). È fondamentale che queste misure entrino in vigore insieme e non in maniera frammentata, per assicurare alle imprese un quadro normativo chiaro e stabile”.

Nel corso del suo intervento il Vicepresidente ha portato al tavolo diversi temi importanti per la Confederazione a partire dall’asseverazione dei Modelli Organizzativi anche con fondi messi a disposizione da Inail. Bisognerebbe, inoltre, favorire l’implementazione di sistemi di gestione certificati come Iso 45001 nonché l’introduzione di linee guida semplificate e bandi dedicati per supportare gli organismi paritetici iscritti al Repertorio.

Per Confapi la figura strategica su cui investire per un vero salto di qualità sono i preposti, i veri artefici della sicurezza in azienda. “È necessario – ha aggiunto Napoli – investire sulla loro cultura della responsabilità, valorizzandone il ruolo. Per farlo, serve un cambio di paradigma nel finanziamento: chiediamo di eliminare la distinzione tra formazione obbligatoria (pagata dall’azienda) e formazione aggiuntiva (pagata dall’INAIL). Sarebbe importante finanziare l’intero processo formativo utilizzando le risorse INAIL. Questo finanziamento unico, magari garantito dagli organismi paritetici o dalle organizzazioni datoriali, deve avere un solo fine: che l’infortunio non si verifichi”.

Confapi in audizione al Senato sul Ddl Concorrenza

La scorsa settimana Confapi, rappresentata dal vicepresidente Corrado Alberto, è stata audita dalla 9° Commissione del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) nell’ambito dell’esame del disegno di legge 1578 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025). “Accogliamo con favore – ha detto Alberto – l’obiettivo dell’articolo 1 per rafforzare le attività di verifica e controllo sulla gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, perché per quanto riguarda l’efficienza dei servizi forniti da questi operatori mettiamo le nostre imprese nelle condizioni di poter accedere a servizi a prezzi competitivi e di poter essere nella possibilità di stare adeguatamente sul mercato. Troppo spesso l’inefficienza gestionale di questi enti può portare dei danni davvero importanti. Suggeriamo un maggiore coinvolgimento delle Pmi industriali e la verifica della qualità dei servizi che queste realtà devono fornire”.

 

Confapi valuta positivamente quanto previsto dal provvedimento sulla fondazione ‘Tech e Biomedical’ “ma allo stesso tempo – ha sottolineato il vicepresidente nel corso del suo intervento – riteniamo che possa essere utile integrarla per rendere i progetti elaborati dalla fondazione maggiormente utilizzabili dalle Pmi industriali. Pensiamo, quindi, che una quota percentuale delle risorse gestite dalla fondazione possa essere allocata a progetti che identificano esplicitamente una o più Pmi industriali o loro raggruppamenti quali destinatari finali o partner attuatori essenziali del trasferimento tecnologico. Chiediamo anche che nella governance rappresentativa ci possa essere anche un rappresentante designato dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative delle Pmi industriali”.

Alberto è anche tornato sulle parole del Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Le barriere interne al Mercato Unico – ha detto – equivalgono oggi a un dazio implicito del 45% sulle merci. Inoltre il Mercato Unico rimane incompleto in tre settori strategici – energia, servizi e telecomunicazioni – per i quali la Commissione ha annunciato la presentazione di una Roadmap fino al 2028. In questa prospettiva, particolare rilievo assume anche il progetto del cosiddetto 28° regime, un quadro giuridico uniforme e volontario che si affianchi alle normative nazionali per ridurre la frammentazione e offrire alle imprese un’opzione europea chiara. Un’azione incisiva – ha concluso il vicepresidente – è tanto più necessaria alla luce dei rischi legati al contesto globale, in particolare della potenziale invasione di prodotti cinesi sul mercato interno qualora questi non trovassero più sbocchi su altri mercati a causa degli elevati dazi imposti dagli Stati Uniti”.