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Confapi Donne e 6libera.6come6: da nostro studio ancora troppe discriminazioni su luoghi di lavoro

È stato presentato a Torino, in occasione dell’evento “La cultura del rispetto”, organizzato dal Comitato di Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio, il report “Oltre il successo: le discriminazioni invisibili delle donne al vertice”, promosso dall’associazione 6libera.6come6 in collaborazione con il Gruppo Donne Nazionale CONFAPID. Dallo studio su discriminazioni e molestie su imprenditrici e manager italiane, emerge un quadro che sottolinea come il successo professionale femminile, a tutt’oggi, convive e si deve misurare con ostacoli strutturali e culturali.

Secondo i dati dell’indagine, quasi 7 imprenditrici su 10 (69,1%) hanno dichiarato di subire forme di mancato riconoscimento del ruolo e della loro autorevolezza, mentre il 40% riporta commenti sessisti o svalutanti e oltre un terzo (21,6%) afferma di essere esclusa da decisioni strategiche. Le discriminazioni, che riguardano le donne, sia giovani che più mature, non provengono solo dall’interno delle aziende, ma anche da clienti, fornitori e ambienti istituzionali, confermando la persistenza di stereotipi di genere anche ai vertici del sistema produttivo.

“Il nostro Osservatorio digitale contro le molestie e le violenze sul lavoro – 6libera.org – nasce proprio per dare voce e strumenti concreti a queste donne – dichiara Dhebora Mirabelli, responsabile del progetto SAFE – Per un Lavoro senza Violenza, per APS-ETS 6Libera.6come6 – “I dati raccolti dimostrano che la violenza di genere può assumere forme sottili ma pervasive: negare autorevolezza, marginalizzare o delegittimare sono atti che minano la dignità e l’efficacia professionale delle donne leader.”

“Il mondo dell’impresa, e non solo, non può e non deve mai permettersi di sprecare talenti e competenze, soprattutto per motivi di genere” – sottolinea Brigitte Sardo, Presidente Gruppo Donne Nazionale CONFAPID. “Come sistema a tutela delle Pmi, vogliamo costruire una cultura d’impresa fondata sul rispetto, la valorizzazione e la parità. Questo report ci aiuta a individuare gli strumenti più efficaci per sostenere le imprenditrici e garantire un vero equilibrio di opportunità.”

Tra gli strumenti ritenuti più utili dalle imprenditrici per contrastare le discriminazioni emergono: le reti di sostegno e mentoring per l’empowerment delle imprenditrici (33,2%), seguite da incentivi e meccanismi di premialità ESG (circa 22%) e maggiore consapevolezza in tema di tutela legale (circa il 16%). Molte suggeriscono, come azioni concrete di contrasto alla cultura patriarcale in azienda, l’adozione di codici etici correlati da piani aziendali strutturati sulla parità di genere, la formazione professionale continua per i lavoratori e l’implementazione di meccanismi di segnalazione anonima.

Inoltre, grazie al Fondo interprofessionale per le PMI – FAPI, sono stati attivati moduli di formazione obbligatoria sui temi delle discriminazioni, molestie e violenza nei luoghi di lavoro, rivolti alle imprese che applicano i Ccnl Confapi. Dal 2024, nell’ambito di questi percorsi, infatti, si sta sperimentando con successo un meccanismo premiale per incentivare progetti formativi orientati alla cultura del rispetto e dell’uguaglianza di genere nelle Pmi associate alla Confederazione.

Nell’ambito del Progetto SAFE – Per un Lavoro senza Violenza, l’Associazione 6libera.6come6 ha introdotto sperimentazioni pilota in diverse aziende del Nord, Centro e Sud Italia, siano esse micro, piccole, medie e grandi, introducendo innovativi e tecnologici sistemi di segnalazione anonima, formazione ai lavoratori e assistenza legale e sindacale gratuita alle vittime o alle lavoratrici delle Pmi a rischio.

 
 




Transizione 5.0. Camisa a Governo: bene decreto legge per assicurare risorse. Ripristinata fiducia tra Stato e imprese

Il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, ha preso parte presso il Mimit al confronto tra le associazioni nazionali d’impresa e il Governo, rappresentato dal Ministro al Mimit, Adolfo Urso, dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e dal Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, su Transizione 5.0.

“Abbiamo accolto con favore l’impegno espresso dai ministri che tutte le domande presentate entro il 27 novembre e in possesso dei requisiti previsti saranno accolte nonché il fatto che, con apposito decreto, verranno assicurate le risorse necessarie a copertura dei crediti d’imposta, offrendo così certezze e continuità agli investimenti programmati dalle aziende e conclusi entro il 31 dicembre”. Lo ha detto il Presidente Camisa, al termine dell’incontro.

“In una lettera inviata nei giorni scorsi al ministro Urso – ha aggiunto il Presidente di Confapi – abbiamo evidenziato che nonostante la misura avesse registrato una fase iniziale di lento assorbimento – con un impegno di risorse inferiore a 1,5 miliardi di euro a inizio settembre, a fronte dei 6,3 miliardi stanziati per il 2025 – le ultime settimane di operatività avevano visto una significativa e rapida adesione da parte delle imprese. Come Confapi, abbiamo infatti costantemente e proattivamente sostenuto l’efficacia di Transizione 5.0, anche in presenza di complessità burocratiche dovute ai vincoli europei. A differenza di altre associazioni, che hanno chiesto di riallocare le risorse su altri strumenti e quindi dovrebbero assumersene le responsabilità”.

“I prossimi tre anni – ha concluso Camisa – saranno decisivi per innovare, digitalizzare e rendere sostenibili le nostre imprese. In tale percorso Transizione 5.0 è fondamentale e il credito d’imposta ha già funzionato ed è conosciuto dalle aziende.  Serve continuità, mentre l’iper e il super ammortamento premieranno quasi esclusivamente la grande industria. Occorre che il Governo metta davvero al centro il mondo delle piccole e medie industrie”.




Confapi. Cristian Camisa confermato presidente

Cristian Camisa è stato confermato presidente di Confapi per il prossimo triennio nel corso dell’Assemblea generale privata svoltasi oggi al Parco dei Principi Grand Hotel di Roma. Piacentino, 51 anni, Camisa è presidente e amministratore delegato della T.T.A., azienda che opera nel settore meccanico. Alla guida della Confederazione italiana della Piccole e Medie industrie private italiane da novembre del 2022, è attualmente anche membro del Cese, il Comitato Economico e Sociale Europeo.

“Sono commosso e onorato – le prime parole del presidente Camisa dopo l’elezione – Ringrazio l’assemblea e tutte le imprenditrici e imprenditori di Confapi per la fiducia che mi è stata rinnovata. Una grande responsabilità nel rappresentare una parte così importante del sistema produttivo italiano in un momento storico così delicato e carico di sfide, tra cui quelle legate a innovazione e sostenibilità, per continuare a essere competitivi sui mercati internazionali. Continueremo a portare avanti con ancora più forza e determinazione le istanze delle nostre imprenditrici e dei nostri imprenditori, staremo loro vicini, saremo il megafono delle loro esigenze senza compromessi e alchimie dialettiche”.

Nel corso del suo intervento in Assemblea, Camisa ha ricordato i risultati conseguiti in questo triennio da Confapi. “Abbiamo consolidato in modo significativo – ha detto – il nostro ruolo nel sistema della rappresentanza imprenditoriale italiana, ampliando la nostra presenza non solo nei principali tavoli decisionali nazionali, ma anche in quelli europei. Siamo rientrati nel Cnel, siamo stati riconfermati al Cese e siamo stati nominati nella Cabina di regia del Piano Mattei e dell’Internazionalizzazione. Sempre sul fronte dell’internazionalizzazione abbiamo stipulato protocolli d’intesa con Sace e Simest e collaboriamo fattivamente con Ice per supportare le nostre aziende per massimizzare l’efficacia delle azioni internazionali sotto ogni punto di vista. Sul fronte della bilateralità, vero pilastro del welfare e dell’assistenza sanitaria per i nostri dipendenti, collaboriamo con Cgil, Cisl e Uil”.

Il Presidente ha quindi presentato il programma strategico per il suo prossimo mandato che metterà i territori ancora di più al centro della Confederazione. “La ricchezza di Confapi – ha sottolineato – risiede proprio nella pluralità dei nostri territori: farli dialogare, metterli in rete e valorizzarne le specificità significa rendere l’Associazione più forte, più rappresentativa e al servizio di chi fa impresa. Promuoveremo un’agenda di dialogo e proposte per affrontare le crisi industriali del Centro-Nord, il cuore produttivo del Paese, rafforzare le filiere, sostenere la transizione verde e digitale nonché valorizzare il capitale umano come leva di competitività e coesione. Per il Sud del Paese, invece, avvieremo un progetto che punterà su legalità, innovazione, reti e sviluppo sostenibile, creeremo sportelli territoriali e percorsi di formazione per dirigenti. Continueremo a svolgere il nostro ruolo all’interno delle Istituzioni, italiane ed europee, e a incidere sulle politiche industriali, promuovendo un modello di sviluppo fondato su innovazione, equità e competitività”.

“I prossimi tre anni saranno fondamentali per rimanere competitivi sui mercati nazionali e internazionali. Per farlo – ha concluso – vogliamo sempre di più essere un punto di riferimento come l’unica vera Confederazione della piccola e media industria privata italiana”.

L’assemblea di Confapi ha eletto all’unanimità Filiberto Martinetto presidente emerito della Confederazione che prende il posto di Maurizio Casasco che da oggi non ricopre più alcun ruolo all’interno di Confapi. Martinetto, 91 anni, è uno dei pilastri di Confapi dove ricopre l’incarico di Tesoriere nonché di Presidente della Commissione dei Saggi.

 
 




Confapi in audizione congiunta Camera-Senato sulla Legge di Bilancio 2026

Confapi, rappresentata dal Vicepresidente Francesco Napoli, è stata audita dalle Commissioni congiunte bilancio del Senato e della Camera sulla Legge di Bilancio 2026.

“Accogliamo con favore – ha spiegato Napoli nel corso del suo intervento – diverse disposizioni che vanno nella giusta direzione per sostenere il tessuto produttivo. In particolare apprezziamo la proroga e il rifinanziamento della ‘Nuova Sabatini’, strumento utile per il rinnovamento tecnologico delle Pmi. Così come positivo è il rifinanziamento e l’estensione temporale del credito d’imposta per gli investimenti nelle aree Zes e Zls fino al 2028, che fornisce stabilità per la programmazione degli investimenti nelle aree a maggiore svantaggio competitivo. Bene anche la riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e, sul fronte internazionalizzazione, il nuovo Fondo per la promozione della presenza economica, culturale e scientifica dell’Italia all’estero e il rafforzamento degli strumenti finanziari a supporto dell’internazionalizzazione, in particolare il rifinanziamento di Simest. Per contrastare i dazi statunitensi proponiamo di integrare la Manovra con un pacchetto straordinario di misure dedicate a mitigarne l’impatto e favorire la diversificazione dei mercati come un credito d’imposta fino al 30% per le spese di internazionalizzazione e di riconversione produttiva verso mercati alternativi; fondi compensativi o contributi a fondo perduto per le imprese più colpite; il ripristino della misura Simest per la patrimonializzazione delle Pmi esportatrici”.

La Legge di Bilancio 2026 per Confapi presenta anche diverse criticità che rischiano di indebolire la liquidità e la capacità di investimento delle Pmi. “Per quel che riguarda l’iper ammortamento – ha detto il Vicepresidente – esprimiamo forti perplessità sull’efficacia concreta della maggiorazione dell’ammortamento reintrodotta per le Pmi industriali. L’esperienza ha dimostrato che strumenti come l’iper/super ammortamento hanno una limitata capacità di coinvolgere le imprese di minori dimensioni, producendo benefici solo nel tempo e a condizione che l’impresa sia in utile. I dati confermano la maggiore efficacia e inclusività del Credito d’Imposta, che garantisce fruizione diretta e immediata, anche in assenza di utili. Chiediamo quindi il ripristino di un sistema basato sul credito d’imposta, eventualmente semplificato e reso strutturale, quale strumento più coerente con la realtà economica e finanziaria delle Pmi e più idoneo a sostenere, in modo concreto, la transizione tecnologica, digitale ed energetica del sistema produttivo nazionale. In merito, infine, alla Pace fiscale Quinques, la nostra proposta è di allinearla alle misure passate includendo anche i debiti conclusi entro il 31 dicembre 2023 per una questione di equità e coerenza”.

Valutazione negativa per due misure: la tassazione dei dividendi e il divieto di compensazione in F24 dei crediti fiscali con i contributi previdenziali (INPS) e assicurativi (INAIL). “Infine nel ddl – ha detto Napoli – non sono affrontati due temi rilevanti: un focus specifico e strutturale sul tema energetico e l’assenza di misure relative alla proroga del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi la cui operatività scade il 31 dicembre”.
Confapi ha anche proposto un “Patto per i Talenti STEM” per contrastare il fenomeno dei “cervelli in fuga”. Il meccanismo potrebbe essere un patto tra associazioni/imprese/Governo nel quale le imprese che assumono neolaureati in materie STEM meritevoli offrono ruoli con responsabilità e percorsi di crescita. Dal canto suo lo Stato compenserebbe la componente contributiva per i primi 5 anni, che l’azienda comunque verserebbe e che verrebbe riconosciuta in busta paga al lavoratore neo-assunto, riconoscendo i relativi contributi figurativi al lavoratore.




Confapi ospita una delegazione dell’associazione imprenditoriale Turkonfed

Confapi ha ospitato rappresentanti dell’Associazione Imprenditoriale Turkonfed; la delegazione, rappresentata in Italia dal Presidente dell’Associazione Imprenditoriale Italo – Turca Giuseppe Laghezza Masci, ha visto la presenza di Burak Pehlivan, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Turkonfed, la più grande organizzazione imprenditoriale non governativa turca che riunisce 31 federazioni imprenditoriali e circa 340 associazioni di impresa con quasi 100.000 aziende associate e dell’Associazione Internazionale degli Imprenditori Turco-Ucraini (TUID) e di due rappresentanti delegate, Pelin Ogur e Zeynep Aysu.

Confapi è stata rappresentata da Marco Tarica, delegato all’Internazionalizzazione di Confapi Roma, Andrea Paparo, Direttore per i Rapporti con i Territori e da funzionari della Confederazione. Durante l’incontro sono stati discussi possibili ambiti di collaborazione tra le due associazioni con l’obiettivo di rafforzare i legami tra le comunità dei due Paesi, favorire le opportunità di business tramite l’organizzazione di B2B tra aziende italiane e turche, di condividere buone pratiche che valorizzino le rispettive identità e di lavorare sinergicamente su progetti comuni quali quelli sulla transizione digitale e sugli investimenti sostenibili per le Pmi. 




“Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”: questionario

6LIBERA, associazione partener di Confapi Sicilia, promuove l’indagine conoscitiva nazionale SAFE per conoscere e contrastare molestie, violenze e discriminazioni nei luoghi di lavoro.
 
L’indagine è anonima e aperta a tutte le lavoratrici, i lavoratori, gli imprenditori e i manager.
Il tuo contributo è fondamentale per costruire ambienti di lavoro più sicuri, rispettosi e liberi da ogni forma di abuso.

Bastano pochi minuti per partecipare in modo riservato e consapevole.

Per compilare il questionario CLICCARE QUI




Manovra. Camisa: super ammortamento non va incontro a pmi industriali

“La decisione da parte del Governo di destinare 4 miliardi al super ammortamento nella manovra di bilancio non va nella direzione auspicata dal mondo delle Pmi industriali che Confapi rappresenta. I dati, infatti, dimostrano che questa misura è più adatta alle imprese di maggiori dimensioni. Come Confapi riteniamo che la strada da seguire sia invece quella del credito d’imposta, strumento più efficace e realmente utilizzabile dalle Pmi, che rappresentano la colonna portante del sistema economico del Paese”. Lo dichiara il Presidente di Confapi, Cristian Camisa.
“Il Piano Transizione 5.0 – spiega – si è rivelato un’opportunità cruciale per la competitività e la doppia transizione, digitale ed ecologica, delle imprese italiane. Tuttavia, i vincoli europei non ne hanno consentito un utilizzo diffuso, nonostante si basasse su un credito d’imposta, uno strumento più adeguato alla dimensione delle Pmi industriali e utilizzabile anche in assenza di utili d’esercizio. Dati recenti dimostrano che, mentre fino al 2019 il super e iper ammortamento era utilizzato per il 64% da medie e grandi imprese, dal 2020 l’introduzione del credito d’imposta ha consentito alle Pmi manifatturiere di diventare le principali beneficiarie, maturando oltre il 60% del credito complessivo 4.0.”
“Le imprese manifatturiere – aggiunge il Presidente di Confapi – sono state, nel triennio, le principali beneficiarie della misura, avendo maturato oltre il 60% del credito complessivo legato agli investimenti in beni materiali 4.0, pari a circa 11,5 miliardi di euro. Il credito d’imposta ha dunque svolto un ruolo determinante nel sostenere la crescita e l’innovazione del sistema produttivo, rafforzando la competitività delle piccole e medie imprese, che costituiscono il cuore del tessuto economico nazionale. Il super e iper ammortamento, al contrario, è stato utilizzato in misura prevalente dalle grandi imprese. L’introduzione del credito d’imposta ha rappresentato un passo avanti verso una politica industriale più moderna e inclusiva. A differenza del meccanismo di ammortamento, che produce benefici solo nel tempo e per le imprese in utile, il credito d’imposta consente una riduzione diretta del carico fiscale attraverso la compensazione, anche in assenza di utili di esercizio.
“Ci auguriamo che in un momento così delicato per l’economia del Paese – conclude Camisa – le misure previste in manovra siano davvero pensate per rilanciare la competitività del tessuto produttivo e tarate sulle esigenze delle Pmi industriali. E il cl credito d’imposta è lo strumento che risponde maggiormente alle loro necessità assicurando maggiore liquidità, tempi più rapidi di fruizione e una programmazione più efficace degli investimenti”.
 



Vicepresidente Napoli a convegno su calamità naturali e polizze catastrofali

Il Vicepresidente di Confapi, Francesco Napoli, è intervenuto a Milano al convegno “Calamità naturali in Italia: anno zero – Una sfida per il mondo assicurativo e per il Paese”.
Nel coso del suo intervento ha affermato che “l’Italia è giunta all’anno zero nella gestione delle calamità naturali. È il momento di scegliere se affrontare con determinazione questa sfida o continuare a subirla, con conseguenze devastanti per imprese, cittadini e territori”.
Confapi condivide il principio alla base dell’obbligo di sottoscrizione delle polizze catastrofali, riconoscendone l’intento di garantire una maggiore tutela per il tessuto produttivo italiano, sempre più esposto a eventi climatici estremi. Tuttavia, l’attuale normativa presenta criticità operative e rischia di penalizzare le piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale del sistema economico nazionale.
Tra i punti critici evidenziati da Napoli: Onerosità delle polizze per le PMI, spesso sproporzionate rispetto alla loro capacità finanziaria; Mancanza di trasparenza su costi, condizioni, franchigie e indennizzi; Assenza di criteri chiari per la valutazione degli sconti previsti in caso di investimenti in prevenzione; Definizioni ambigue su abusi edilizi, che potrebbero escludere imprese in modo arbitrario dalla copertura; Incertezza sulle conseguenze per l’inadempimento dell’obbligo.
“Serve una proroga dei termini prima dell’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo, per consentire di definire regole chiare, criteri equi e un sistema realmente accessibile per tutte le imprese – ha specificato – Le Pmi non possono essere lasciate sole né messe di fronte a obblighi privi di reale sostenibilità economica”.
Napoli ha poi ribadito le richieste di Confapi: Maggior trasparenza e standardizzazione delle polizze, con garanzie minime comuni e possibilità di comparazione tra le offerte. Formazione e informazione capillare, per permettere alle imprese di conoscere e valutare le proprie opzioni. Un tavolo permanente di confronto con istituzioni e assicurazioni, per monitorare l’attuazione e proporre correttivi concreti.
“Le assicurazioni devono diventare una vera tutela, non un ulteriore peso burocratico ed economico – ha concluso il Vicepresidente Napoli –. Siamo pronti a collaborare, ma serve un approccio realistico e condiviso, in grado di proteggere davvero il nostro tessuto produttivo”.



Confapi a presentazione Rapporto Efficienza Energetica Enea

Alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, Confapi ha preso parte alla presentazione del Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica 2025 di ENEA, giunto quest’anno alla sua quattordicesima edizione. In rappresentanza della Confederazione ha partecipato il Vicepresidente, Francesco Napoli.

L’evento ha rappresentato un importante momento di confronto tra istituzioni, esperti e rappresentanti del mondo produttivo sui temi dell’efficienza energetica e delle politiche di incentivazione alla riqualificazione degli edifici.
Nel corso del dibattito sono intervenuti parlamentari, rappresentanti ministeriali, tecnici ENEA e stakeholder del settore. A chiudere i lavori è stato il Ministro Pichetto Fratin, che ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato per raggiungere gli obiettivi energetici nazionali ed europei.

Consulta il Rapporto ENEA 2025




Legge bilancio. Camisa: bene Governo su conti pubblici, fondamentali transizione 5.0 e riduzione costo energia

“La Legge di Bilancio 2026 dovrà muoversi in un equilibrio delicato nel sostenere la competitività delle Pmi industriali, rafforzare la capacità di investimento e innovazione, e garantire al tempo stesso la sostenibilità dei conti pubblici in un contesto di risorse limitate”. Lo ha dichiarato il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, al termine dell’incontro svoltosi a Palazzo Chigi tra il Governo e le parti sociali sul disegno di Legge di Bilancio.
“Un plauso – ha spiegato – va fatto al Governo per la tenuta dei conti pubblici. Mi riferisco in particolare al raggiungimento del pil al 3%, con lo spread Btp/Bund a 84, che significa minori interessi sul debito pubblico e quindi maggiori risorse che possono essere destinate alle imprese. Il contributo dell’Italia al raggiungimento della pace a Gaza è, inoltre, un altro elemento importante perché nel momento in cui c’è pacificazione in giro per il mondo c’è maggiore fiducia e vengono riaperti mercati con nuove possibilità per le nostre imprese”.
Per Confapi, la Legge di Bilancio 2026 dovrà operare lungo alcune direttrici strategiche. “La prima, fondamentale, è quella degli incentivi per investimenti e transizione tecnologica. Occorre ripensare a uno strumento sul modello del Piano Transizione 5.0 con fondi nazionali, con modalità meno burocratiche favorendo la diffusione di soluzioni digitali ed energeticamente efficienti che significherebbe maggiore competizione e innovazione delle nostre imprese nei prossimi due o tre anni. Le Pmi industriali italiane pagano un deficit di produttività rispetto ai competitori esteri, per questo Transizione 5.0 è l’unico modo di recuperare produttività e competitività. L’efficacia del nuovo Piano dipenderà dalla sua capacità di essere flessibile e accessibile; garantire tempi certi per la programmazione degli investimenti; avere procedure semplificate e regole operative chiare. Bisogna poi tener conto della questione relativa agli eventuali nuovi dazi degli Stati Uniti alla Cina che rischiano di cambiare le rotte dell’esportazioni cinesi ancor di più verso l’Europa. In questo contesto è indispensabile che le imprese siano pronte, con livelli sempre più alti a livello di innovazione e digitalizzazione. Solo così potremmo permettere alle nostre Pmi di crescere e rimanere sul mercato”.
Tra i temi toccati nel corso della riunione dal Presidente Camisa anche quello relativo agli incentivi fiscali e alla semplificazione, con la richiesta di interventi mirati a ridurre la pressione tributaria anche lato imprese e a garantire certezza normativa; la detassazione degli incrementi contrattuali, degli straordinari, fringe benefit e premi di risultato; l ‘attuazione puntuale del Pnrr, assicurando che le risorse europee vengano pienamente utilizzate nei tempi previsti, con priorità ai progetti a più alto impatto industriale e occupazionale”.
“Riteniamo determinante – ha aggiunto Camisa – la riduzione del costo dell’energia e delle materie prime che sta minando sempre più la competitività per le imprese manifatturiere. Nonostante l’ingente sforzo finanziario, con circa 165 miliardi di euro cumulativi erogati in incentivi green, i risultati non sono arrivati: il prezzo all’ingrosso dell’elettricità è raddoppiato. Questo si traduce in un significativo svantaggio competitivo per l’industria italiana rispetto ai partner europei. Nei primi nove mesi dell’anno, il Pun italiano (€107/MWh) è risultato nettamente superiore a quello di Germania (€87/MWh), Francia (€63/MWh) e Spagna (€62/MWh). Sono necessarie misure a breve termine per abbattere il costo dell’energia e colmare il gap competitivo. La nostra proposta presentata oggi riguarda l’azzeramento, almeno per sei mesi, della componente Asos, gli oneri per rinnovabili, in modo selettivo per tutte le imprese del settore manifatturiero, indipendentemente dal livello di tensione della fornitura. Abbiamo chiesto al Governo – ha concluso il Presidente di Confapi – a dimostrazione di un rinnovato interesse per le Pmi industriali e per la loro centralità, di concentrare tutti gli sforzi su questo mondo che è quello che ha permesso a questo Paese di mantenere un ruolo di centralità a livello europeo”.