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Microclima: affrontare lo stress termico da calore

Come ogni anno tra giugno e luglio arrivano le raccomandazioni delle autorità per la tutela della salute dei lavoratori esposti al caldo. Chi opera in ambienti severi, freddi o caldi, deve attuare delle misure specifiche, tutti gli altri devono comunque valutare gli accorgimenti più efficaci per ridurre l’esposizione prolungata al calore dei lavoratori, che potrebbero subire conseguenze gravi per la salute.

Si segnala però in modo particolare l’ordinanza regionale del primo luglio 2025 che introduce degli obblighi nei settori agricolo/vivaistico e in quello dei cantieri all’aperto e che si scarica dal sito di Regione Lombardia. In questi settori si parla di divieto di attività lavorativa all’aperto tra le 12.30 e le 16.00 nelle aree edili, cave, aziende agricole e florovivaistiche, limitatamente ai giorni in cui la mappa giornaliera pubblicata quotidianamente sul sito del Progetto Worklimate di INAIL-CNR riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” alle ore 12, segnali un livello di rischio “alto”.

Per tutti gli altri settori sono indicate delle raccomandazioni, pertanto si ricorda che il Datore di Lavoro deve prendere in considerazione lo “stress da calore” nella valutazione dei rischi (DVR) e inserire l’argomento nella formazione sicurezza obbligatoria.
Come fonti per approfondire il tema si segnalano:

  • il Portale Agenti Fisici (PAF) che comprende documentazione utile e aggiornata per eseguire un’adeguata valutazione del rischio microclimatico
  • la pagina dei piani mirati di prevenzione delle ATS Brianza e ATS Montagna, dove si possono consultare i manuali con tutte le raccomandazioni del caso.
  • il materiale informativo sul sito Worklimate, sulle patologie da calore, sui fattori che contribuiscono alla loro insorgenza e sulle raccomandazioni da seguire per un’efficace pianificazione degli interventi aziendali in materia di prevenzione del rischio microclima.
(SN/am)
 



Novità Inail: misure aggiuntive nella valutazione del rischio stress lavoro-correlato

Inail propone misure aggiuntive a quelle finora previste, che hanno l’obiettivo di ottimizzare la valutazione e gestione del rischio stress includendo fattori di rischio specifici del lavoro da remoto e dell’innovazione tecnologica.

Si inseriscono nell’impianto complessivo previsto dalla Metodologia Inail di valutazione e gestione del rischio stress, che resta invariato, articolato per fasi e caratterizzato da un approccio partecipativo che prevede il coinvolgimento delle figure della prevenzione e dei lavoratori, in linea con quanto previsto dalla normativa di riferimento.

Tutti i dettagli nella pagina dedicata del sito Inail.

(SN/am)

 




Settori industriali coinvolti nel rischio da radiazioni ionizzanti naturali

E’ on line sul Portale Agenti Fisici (PAF) la nuova sezione dedicata al settore NORM (Naturally Occurring Radioactive Material). L’acronimo indentifica quei materiali abitualmente non considerati radioattivi ma che possono contenere elevate concentrazioni di radionuclidi naturali per cui sono considerati di interesse dal punto di vista della protezione dei lavoratori e del pubblico.

Nella sezione è presente un elenco dei settori industriali più facilmente coinvolti in questa materia: tra gli altri, la lavorazione di minerali e produzione primaria di ferro, le centrali di produzione di energia, le lavorazioni di minerali fosfatici e potassici, le lavorazioni di taglio e sabbiatura.

La nuova sezione comprende anche strumenti di calcolo e metodiche di ausilio alla valutazione del rischio.

(SN/am)

 




Nel Testo Unico Sicurezza maggiore tutela per i lavoratori esposti a sostanze tossiche per la riproduzione

Il Ministero competente ha pubblicato già a settembre 2024 sul proprio sito il D.lgs. n.135/2024 che dispone modifiche al D.lgs. 81/2008 per la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.

Una delle principali novità che riguarda tutto il Testo Unico è la sostituzione della dicitura “cancerogeni e mutageni” con “cancerogeni, mutageni e sostanze tossiche per la riproduzione“. La normativa ha rafforzato di fatto le misure di controllo distinguendo tra sostanze tossiche per la riproduzione “senza soglia”, che non hanno un livello di esposizione sicuro, e quelle “con soglia”, che presentano un livello di esposizione al di sotto del quale non vi sono rischi per la salute dei lavoratori.
A tal proposito il D.lgs. n. 135/2024 introduce nuovi valori limite di esposizione professionale (ossia i livelli di concentrazione dell’agente nell’aria) e biologici (ossia i livelli di assorbimento dell’agente nel corpo del lavoratore). Inizialmente applicabili solo a sostanze chimiche come il piombo e i diisocianati, questi limiti sono ora estesi anche agli agenti cancerogeni e mutageni, riconoscendo la loro pericolosità durante l’età fertile.
Il D.lgs. n. 135/2024, ponendosi l’obiettivo di ridurre il rischio di malattie professionali e di rafforzare la prevenzione e la protezione dei lavoratori in età fertile e durante la maternità, si inserisce perfettamente nella strategia di crescita sostenibile delle imprese degli Stati Membri dell’UE, basata su obiettivi ambientali, sociali e di governance (ESG), che richiede alle imprese di adottare standard elevati di responsabilità sociale e ambientale.

Il decreto impone ai datori di lavoro nuovi obblighi e responsabilità. Sono infatti tenuti a rivedere ed aggiornare il documento di valutazione dei rischi (DVR) tenendo conto dell’esposizione a sostanze pericolose, con particolare attenzione a quelle tossiche per la riproduzione includendo, ad esempio, informazioni specifiche come le operazioni che implicano l’uso di sostanze pericolose, le quantità usate, le persone che entrano in contatto con tali sostanze, le azioni di prevenzione e protezione, e l’analisi sulla possibile sostituzione degli agenti tossici.
Il Decreto prevede inoltre che i lavoratori debbano essere sottoposti a sorveglianza sanitaria prima dell’inizio dell’attività con esposizione e poi con cadenza periodica al fine di valutarne lo stato di salute sia in funzione dell’esposizione a specifici agenti cancerogeni, mutageni o sostanze tossiche per la riproduzione durante il lavoro sia qualora siano superati i valori limite biologici.

Per una durata minima di 5 anni rispetto al termine delle attività che vedano impiegati gli agenti descritti, sussiste altresì un obbligo di conservazione in capo al datore dei dati relativi alle esposizioni e delle cartelle sanitarie e di rischio dei lavoratori interessati. Inoltre, in caso di cessazione del rapporto di lavoro con questi ultimi o dell’attività dell’azienda datrice, sussiste un obbligo di inoltro all’INAIL della documentazione descritta.

Il datore di lavoro deve inoltre assicurare ai lavoratori una formazione e un’informazione periodica e aggiornata (su base quinquennale) sul rischio di esposizione a sostanze tossiche, sulle misure di prevenzione adottate, sull’obbligo di sorveglianza sanitaria e, non da ultimo, sulle modalità di consultazione e partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Il mancato rispetto degli obblighi e dei limiti esposti comporta sanzioni amministrative e penali, oltre a responsabilità civili e risarcitorie.

(SN/am)




Radiazioni ottiche naturali: un rischio da trattare nel DVR

La radiazione solare ultravioletta è un rischio di natura professionale per tutti coloro che lavorano all’aperto (lavoratori outdoor). Su questo concordano gli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale e nazionale. Il rischio per questi lavoratori è quello di sviluppare patologie fotoindotte, i cui organi bersaglio sono la pelle e gli occhi. La principale patologia fotoindotta è senz’altro il cancro della pelle o melanoma.

I lavori che espongono a rischio elevato sono i seguenti:

  • Lavorazioni agricolo/forestali
  • Floricoltura – Giardinaggio
  • Bagnini
  • Istruttori di sport all’aperto
  • Edilizia e Cantieristica stradale/ferroviaria/navale
  • Lavorazioni in cave e miniere a cielo aperto
  • Pesca e Lavori a bordo di imbarcazioni, ormeggiatori, attività portuali
  • Addetti alle attività di ricerca e stoccaggio idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio, nel mare e nelle piattaforme continentali
Poi ci sono altri lavori in cui il rischio è presenta ma a livello inferiore:
  • Parcheggiatori
  • Operatori ecologici/netturbini
  • Addetti a lavorazioni all’aperto o in piazzali
  • Manutenzioni linee elettriche ed idrauliche esterne
  • Rifornimento carburante: stradale/aeroportuale
  • Portalettere/ recapito spedizioni
  • Polizia municipale / Forze ordine/militari
  • Manutenzione piscine
Il rischio deve essere attentamente valutato per adottare accurate misure di prevenzione, alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici) presenti nell’ambiente di lavoro e trattati nel DVR.
A novembre 2023 la sovrintendenza sanitaria centrale dell’INAIL ha pubblicato il documento dal titolo “Il melanoma cutaneo professionale da radiazioni solari” che si propone di rappresentare una sorta di “linea guida” condivisa da esperti clinici, medici del lavoro e medici legali al fine di ricondurre l’accertamento del melanoma denunciato quale malattia professionale a univoci criteri di appropriatezza scientifica.

Sul tema si può consultare la sezione relativa alle radiazioni ottiche naturali del Paf (Portale Agenti Fisici), dove sono presenti numerose informazioni approfondite.

E’ stata anche realizzata una APP che permette di risalire alle misure di prevenzione necessarie per i diversi tipi di lavoro nei diversi comuni d’Italia.

(SN/am)




Obblighi per la prevenzione dell’esposizione al radon

Come si anticipava nelle comunicazioni n.403 del 21/07/2023 e n.142 del 29/02/2024 la normativa vigente impone anche alle imprese la verifica del livello di rischio dovuto alla presenza di radon e l’adozione di eventuali misure di prevenzione.

La lista delle cosiddette “aree prioritarie” è facilmente consultabile sul sito regionale

Di seguito si riportano le altre fonti informative utili:

Regione Lombardia e ARPA

Elenco soggetti competenti per i rilievi di radon

Sito ministeriale in materia di radon

Sito INAIL sezione “gas radon”, che contiene due documenti:

  • Modulo per la richiesta di consulenza tecnica, aggiornamento: 2 aprile 2024 (.doc – 53 kb)
  • Vademecum dell’attività di consulenza espletata dall’Inail per la richiesta di consulenza tecnica, aggiornamento: 30 gennaio 2024 (.pdf – 110 kb)
Confapi Lecco Sondrio intende fornire supporto conoscitivo ed eventuale contatti di figure qualificate.

Per questo si chiede se c’è interesse per l’organizzazione di un seminario tecnico su questo tema nel mese di settembre/ottobre.

Se siete interessati potete scrivere o contattare silvia.negri@confapi.lecco.it

(SN/am)




Microclima: affrontare lo stress termico da calore e i raggi ultravioletti

Alle porte della stagione più calda, si segnala sul Portale Agenti Fisici (PAF) la disponibilità di documentazione nuova sul rischio microclima.

E’ stato pubblicato l’aggiornamento del documento “linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dagli effetti del calore e della radiazione solare” adottato dalla Regione Toscana come ausilio per la prevenzione dei rischi dovuti allo stress termico da calore ed all’esposizione agli ultravioletti dovuti alla radiazione solare. In ambiente outdoor i due rischi sono spesso, ma non sempre, presenti contemporaneamente, di conseguenza le misure di tutela da adottare, come ad esempio la scelta dell’abbigliamento, devono essere attentamente valutate considerando entrambi gli aspetti. Il documento fornisce anche indicazioni per tale integrazione.

Per un’introduzione generale al rischio microclima è possibile scaricare dalla sezione “materiale didattico” le presentazioni sul seminario “valutazione del rischio microclima” tenuto nel 2022.

(SN/am)
 




Radon: mappa delle aree prioritarie in Lombardia

Il radon è un gas radioattivo naturale chimicamente poco reattivo. I suoi prodotti di decadimento però possono fissarsi al pulviscolo atmosferico e irraggiare il tessuto polmonare e bronchiale, provocando alterazioni cellulari potenzialmente cancerogene.
Le campagne di misura condotte in Lombardia hanno finora dimostrato come nell’area di pianura, dove il substrato alluvionale, poco permeabile al gas, presenta uno spessore maggiore, la presenza di radon sia poco rilevante; nelle aree montane e pedemontane invece, in provincia di Sondrio, Varese, Bergamo, Brescia e Lecco, le concentrazioni sono risultate decisamente più elevate.
La Regione Lombardia ha pubblicato in data 28 Giugno 2023 sul BURL SO nr. 26 la prima identificazione delle aree prioritarie ex Decreto 101.
Il risultato è illustrato nella mappa nella quale sono presentati i primi comuni Lombardi classificati in area prioritaria ex D. Lgs. 101/2020 e s.m.i. L’elenco è riportato nella tabella in coda alla pagina di ARPA dedicata.

La concentrazione di radon indoor, oltre che alla zona geografica e quindi alle caratteristiche geomorfologiche del sottosuolo, è anche strettamente correlata alle caratteristiche costruttive, ai materiali utilizzati, alle modalità di aerazione e ventilazione e alle abitudini di utilizzo del singolo edificio/unità abitativa. Per ridurre i rischi si ricorre alla ventilazione degli ambienti, che consente la diluizione del gas, negli ambienti confinati ma si può anche intervenire con membrane, sigillature, tubi drenanti che prevengono l’aumento della concentrazione del gas.
Per la valutazione dell’esposizione delle persone in un luogo di lavoro è necessaria una misura di durata annuale, eventualmente ripetuta; se non averte mai valutato questo rischio nel DVR consultate l’RSPP o il consulente della sicurezza per le verifiche di applicabilità e per le attività di prevenzione necessarie.

(SN/am)




Ondate di calore sul luogo di lavoro: i consigli dell’Ats Brianza

Il caldo estivo può rappresentare un fattore di rischio aggiuntivo per la salute e la sicurezza di coloro che svolgono un’attività lavorativa intensa all’aperto, come ad esempio: agricoltori, giardinieri, operai dell’edilizia stradale e ferroviaria, lavoratori edili, marinai, portuali, operatori ecologici (ecc).

L’Ats della Brianza raccomanda di trasmettere a tutti coloro che sono potenzialmente coinvolti alcune informazioni di base, destinate a diverse categorie di cittadini, per adottare comportamenti che riducano i rischi. In particolare si allega una guida destinata ai lavoratori e un pdf informativo generale.

Si ricorda che il datore di lavoro, in base al D.Lgs. 81/2008, deve valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti il rischio di danni da calore, e mettere in atto le misure di prevenzione e protezione conseguenti.

(SN/bd)
 




Rischi sul lavoro: cosa fare in caso di calore estivo

Il caldo estivo può rappresentare un fattore di rischio per la salute e la sicurezza di coloro che svolgono un’attività lavorativa intensa all’aperto, come ad esempio: agricoltori, giardinieri, operai dell’edilizia stradale e ferroviaria, lavoratori edili, marinai, portuali, operatori ecologici (ecc).

Il datore di lavoro, in base al D.Lgs. 81/2008, deve valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti il rischio di danni da calore, tipico delle attività lavorative all’aperto e mettere in atto le misure di prevenzione e protezione conseguenti.

Nella pubblicazione Inail che segnaliamo, ci sono alcuni suggerimenti organizzativi per prevenire i rischi per la salute e la sicurezza.
 

(SN/bd)