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Imprese elettrivore: linee guida operative GSE, ENEA e ISPRA per adempiere agli obblighi

Informiamo le aziende interessate che GSE ha pubblicato le Linee guida relative alle modalità operative, da gestire su apposito portale del GSE, per i clienti energivori che ricorrono alla condizionalità green 2 (copertura di almeno il 30% del fabbisogno elettrico da fonti che non emettono carbonio) ai fini dell’ottenimento dei benefici legati all’energivorità.
 
Per il medesimo fine, Ispra ha pubblicato le Linee guida per l’adempimento agli obblighi dei clienti energivori che ricorrono alla condizionalità green 3 (investimento per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra).
 
Ricordiamo alle aziende energivore interessate che con circolare n. 522 del 24 ottobre u.s. erano state rese note le Linee Guida Enea (1a edizione) con i dettagli operativi relativi alla gestione delle attività correlate alle Diagnosi energetiche.

In allegato riportiamo il documento aggiornato redatto da Enea in 2a edizione.
 
(RP/rp)




Mud 2022: chiarimenti da Ispra

Come noto il Mud 2022 (Modello unico di dichiarazione ambientale) deve essere presentato entro il 21 maggio 2022 secondo il Dpcm che approva il modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2022.

In virtù delle modifiche introdotte dal D.lgs. 116/2020 che ha modificato il Testo Unico Ambientale in diverse parti attinenti alla classificazione dei rifiuti e ai soggetti obbligati al Mud, si segnalano le risposte alle domande frequenti che Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha messo a disposizione sul proprio sito.

Api Lecco Sondrio resta a disposizione degli Associati per ulteriori informazioni o chiarimenti: silvia.negri@api.lecco.it, 0341.282822.

(SN/bd)
 




Rifiuti speciali: rapporto Ispra 2021

Venerdì 11 giugno 2021 è stato presentato il Rapporto Rifiuti Speciali dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Emerge che la produzione in Italia di rifiuti speciali (quelli prodotti dalle attività economiche) sfiora 154 milioni di tonnellate, in linea con la crescita del Pil (+7,3%): da attività manifatturiere deriva il 18,9% del totale. In termini quantitativi prevalgono i rifiuti da attività di costruzione e demolizione (45,5%) e quelli da attività di trattamento rifiuti e risanamento (25,1%).

Nel complesso risulta che le attività di gestione avviano a recupero il 68,9% dei rifiuti speciali, mentre solo il 7,3% viene smaltito in discarica. Tuttavia ci sono margini di miglioramento ad esempio per i veicoli fuori uso: l’Italia si attesta al di sotto della percentuale richiesta dall’Unione Europea in termini di recupero totale del veicolo (84,2% contro un target europeo del 95%).

(SN/bd)