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Unionmeccanica: adeguamento minimi contrattuali sulla base della dinamica inflattiva misurata dall’Ipca

A fronte delle richieste di chiarimento pervenute rispetto alla determinazione degli aumenti dei minimi contrattuali che decorreranno dal mese di giugno 2023, si trasmette la circolare predisposta Unionmeccanica.

In particolare si evidenzia che con la sottoscrizione dell’ipotesi di Accordo per il rinnovo del Ccnl Unionmeccanica datato 21 maggio 2021 sono state confermate le regole di adeguamento, nel mese di giugno di ogni anno, dei minimi contrattuali sulla base della dinamica inflattiva consuntivata e misurata con l’IPCA (Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione europea) al netto degli energetici importati, il cui dato ufficiale viene fornito dall’Istat.
Il meccanismo di adeguamento del minimo contrattuale (art. 40 del CCNL) ha trovato la sua ratio nell’assicurare un mantenimento del potere di acquisto dei salari.

Pertanto, per effetto di una sorta di clausola di salvaguardia, si è previsto che, nel caso in cui l’importo relativo all’adeguamento Ipca dei minimi salariali risultasse superiore agli importi degli incrementi retributivi concordati nel rinnovo del 2021, i minimi tabellari debbano essere adeguati all’importo superiore risultante.

In considerazione del dato previsionale indicato nel Comunicato Istat per il 2022 e dell’andamento tendenzialmente in linea dell’inflazione, è ragionevole ritenere che l’indice Ipca 2022 sarà ragionevolmente superiore a quello ipotizzato nel 2021.

Ciò significa che i minimi contrattuali in vigore al 31 maggio 2023 potranno essere rivalutati per un importo superiore agli aumenti programmati a partire dal mese di giugno 2023.
 
Si riserva di ritornare sull’argomento con successivi approfondimenti anche in relazione alle circolari fornite da Unionmeccanica.
 
L’area Relazioni Industriali rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.

(FV/fv)