Lo scorso fine settimana abbiamo condotto un’indagine flash tra le nostre aziende associate sulla tematica rincari gas e energia e conseguenze per le aziende, a cui ha partecipato un centinaio di associate, il 66,7% appartenente al settore metalmeccanico.
Ne emerge che i rincari dei prezzi dell’energia stanno pesando molto più di quelli del gas: il lavoro del 32,6% delle imprese è mediamente condizionato da questo fattore, il 25,3% è molto condizionato e il 23,2% dichiara che i costi dell’energia pesano oltre il 50% per il proprio lavoro.
Abbiamo inoltre chiesto alle nostre aziende come intendono fare fronte nell’immediato a questa problematica: il 66,7% ha deciso di aumentare i listini, il 12,9% di fermare la produzione. A questa domanda abbiamo lasciato anche libertà di risposta e tra le risposte troviamo che c’è chi sta vagliando entrambe le soluzioni e chi ha scelto le rinnovabili, ovvero i pannelli solari (2,2%), puntando sul green per una soluzione valida anche per il futuro.
Come ultimo quesito abbiamo chiesto ai nostri imprenditori quale iniziativa vorrebbero che il Governo adottasse a breve e lungo termine per fronteggiare questa situazione. Nell’immediato hanno detto quasi in parità che il 37% vorrebbe continuare con i crediti di imposta, il 36% vorrebbe invece contributi a fondo perduto.
Per quanto riguarda, invece, le soluzioni a lungo termine la voce è unanime: il 75% delle nostre imprese vuole che si metta un tetto al prezzo del gas.
“Il prezzo dell’energia sta spaventando, quando ha superato quota 300 euro la situazione è diventata insostenibile per le imprese, negli ultimi giorni è sceso e stamattina si è rialzato dopo la chiusura del gasdotto Nord Stream – dichiara Enrico Vavassori presidente di Api Lecco Sondrio. Così non possiamo andare avanti a lungo, lo si vede dalla risposta a questo questionario da parte delle aziende, c’è bisogno che il Governo, ma soprattutto l’Europa, intervenga per mettere un tetto al prezzo del gas, per fermare questa speculazione che ha deciso di mettere in ginocchio le aziende europee. Da un paio di giorni sui giornali sta circolando l’ipotesi di una cassa integrazione per l’energia come quella varata per la pandemia, siamo favorevoli, o meglio è quello che il nostro presidente nazionale di Confapi Maurizio Casasco aveva chiesto al Governo Draghi a fine luglio: una cassa integrazione speciale dedicata all’energia. Dovrà essere però identica a quella per il Covid, con una procedura semplificata e che non sia a carico dell’azienda, altrimenti non ne vedo il senso, e dovrà essere accessibile a tutti non solo alle aziende energivore”.
Anna Masciadri
Ufficio Stampa