Le aziende a Fornitore Offresi: una leva che aiuta a crescere
La Provincia del 9 febbraio 2025, intervista al consigliere Confapi Lecco Sondrio Luigi Rosa.
La Provincia del 9 febbraio 2025, intervista al consigliere Confapi Lecco Sondrio Luigi Rosa.
“A riprova di quanto teniamo a questo legame – ha aggiunto -, oggi l’Italia è qui con una delegazione composta dalle più alte cariche governative, la grande industria e quella pubblica o a partecipazione statale, la piccola e media industria privata rappresentata da Confapi, gli enti più importanti che supportano l’internazionalizzazione delle imprese CDP, SACE, SIMEST e ICE”.
“Tutto ciò è figlio di una visione strategica che il Ministro Tajani ha voluto dare a questa squadra: l’importanza dell’area balcanica non solo per ragioni economiche ma anche socio culturali e la volontà di ritornare ad essere il partner commerciale di riferimento”.
“Oggi siamo tra i primi partner commerciali della Serbia – ha sottolineato Camisa -, con un volume di scambi commerciali che ha superato i 4 miliardi di euro. Oltre 1.200 aziende italiane presenti che rappresentano il 5,5% del PIL nazionale serbo. La nostra partnership vuole essere win win. La caratteristica fondante del mondo delle PMI industriali, dei nostri imprenditori non è mai stata quella di delocalizzare, magari con orizzonte temporale limitato ma di internazionalizzare attraverso creazioni di branch locali, anche attraverso joint venture che rafforzino l’azienda in Italia e creino competenze in loco. In questo modo si crea un valore aggiunto importante: lavoro ma anche trasferimento di competenze e tecnologie” ha concluso.
“Auspichiamo – ha detto Greco nel corso del suo intervento – che possa concludersi a breve la procedura per la gara internazionale che sembra coinvolgere grandi attori internazionali che hanno fatto una proposta per tutti gli asset produttivi. Confapi ritiene necessario che, almeno per una prima fase, venga valutata la presenza di una rappresentanza pubblica nella nuova governance, al fine di garantire al territorio e al sistema Paese la continuità economica-produttiva dell’indotto strategico durante il passaggio a una eventuale newco nonché il monitoraggio costante dell’applicazione del piano industriale che sarà elaborato. In merito poi al disegno di legge di conversione del decreto-legge in discussione, la gravità della situazione è tale che non c’è più tempo di esitare. Ben venga l’ulteriore stanziamento per garantire la continuità aziendale, anche con risorse, per il momento, sottratte ad altre finalità”.
I punti fondamentali che Confapi ha ribadito sono: vincolo di destinazione del prestito almeno per una quota parte, al pagamento dei crediti vantati dalle Pmi industriali dell’indotto nei confronti di ADI; garantire in tempi brevi la liquidazione totale delle somme rientranti nella prededucibilità dei crediti riconosciuta alle aziende fornitrici; estendere alle imprese dell’indotto di un’azienda nazionale strategica una misura già adottata nel periodo pandemico per sostenere le imprese in difficoltà. A ciò si aggiunga che il problema è il mancato recupero del 34% circa dei crediti vantati dalle imprese “strategiche” dell’indotto, a fronte di un montante complessivo del credito stesso, che incide sulla vita delle aziende e comporterebbe una perdita patrimoniale non sostenibile nei bilanci delle nostre aziende, che vedrebbero erosa, per la seconda volta in dieci anni, tutta la loro sostanza patrimoniale. In tal senso si ritiene essenziale individuare idonee soluzioni che possano: consentire celermente alle aziende dell’indotto di recuperare parte del credito oggetto di transazione con ADI, che incide per il 34% circa sul valore dello stesso rendendo insostenibili i relativi bilanci; garantire per il futuro, alle aziende dell’Indotto la cessione del credito corrente pro soluto, affinché possano godere del beneficio di anticipo del credito delle fatture correnti e di fatto ottenere la liquidità nell’arco di 60 giorni massimo; prevedere un Protocollo di garanzia che consenta alle imprese strategiche dell’indotto una continuità finanziaria e produttiva dopo la vendita dello stabilimento.
“Il Governo italiano – ha detto Camisa nel corso del suo intervento – sta profondendo un grande impegno per favorire il dialogo e la pace in una regione tanto importante quanto delicata come il Medio Oriente. Confapi, in rappresentanza del sistema delle piccole e medie imprese italiane, conferma con convinzione il proprio sostegno a questo percorso, che coniuga diplomazia, solidarietà e sviluppo economico. Le Pmi italiane, da sempre motore della crescita e simbolo di eccellenza nel mondo, sono pronte a contribuire concretamente alla ripresa, offrendo competenze, innovazione e capacità produttive. La nostra partecipazione come parte del Sistema Italia è fondamentale per favorire una ripartenza economica sostenibile, promuovere lo sviluppo locale e contribuire a un futuro di stabilità e prosperità condivisa. Crediamo che attraverso la collaborazione economica e l’integrazione delle filiere produttive italiane si possa fornire un impulso significativo alla pacificazione e alla speranza nella regione. Confapi è quindi disponibile a collaborare attivamente con le autorità italiane, israeliane, palestinesi e internazionali per identificare progetti concreti, in particolare nel settore delle infrastrutture, della formazione professionale e della fornitura di beni e servizi essenziali. La nostra rete di imprese è pronta a rispondere con flessibilità e rapidità alle esigenze di questo percorso. Ribadiamo – ha concluso il Presidente di Confapi – il nostro impegno a essere protagonisti, insieme al Governo e ai partner internazionali, di questo cammino, che richiede determinazione, responsabilità e una visione comune per il bene delle generazioni future”.
“Riteniamo – scrive Camisa – non più eludibile la creazione di una serie di strumenti, sinergici, che consentano di affrontare in maniera strutturale queste difficoltà. Sono urgenti misure straordinarie quali il credito di imposta per il caro energia sulla falsariga di quanto avvenuto nel recente passato. Inoltre bisognerebbe prevedere meccanismi di aggregazione per le Pmi industriali che possano incentivare PPA multiacquirenti stipulando contratti aggregati per l’acquisto di energia rinnovabile a costi più contenuti e accessibili. In altre parole rendere realmente a dimensione di Pmi le Comunità Energetiche Rinnovabili, la cui implementazione risulta essere oggi troppo onerosa e complessa per le nostre imprese. Senza dimenticare, ovviamente, – conclude il Presidente di Confapi – le politiche europee con l’auspicio che, a partire dal Clean Industrial Deal e dal prossimo Consiglio Energia si possano condividere strumenti di mitigazione dei costi anche a livello UE”.
Confapi nazionale sta promuovendo la sistematica indagine congiunturale, redatta in collaborazione con il Centro Studi Confapi, sull’andamento delle imprese nel secondo semestre 2024 e sulle aspettative per il semestre in corso.
Al fine di acquisire utili e aggiornate informazioni sulle aziende Confapi, a beneficio di proposte e politiche da attuare a supporto del sistema che rappresentiamo, vi chiediamo di compilare il questionario entro fine mese.
L’indagine sarà attiva fino alle ore 18.00 del prossimo 31 gennaio 2025 ed è compilabile al seguente link: CLICCA QUI.
Il programma dei lavori, con inizio alle ore 9:00, comprende, oltre agli interventi istituzionali di autorità italiane e serbe, una sessione di presentazione degli innovativi strumenti finanziari attivati da CDP, SACE e Simest a servizio del partenariato bilaterale e tavoli di lavoro paralleli dedicati ai seguenti settori:
Per tutti gli aspetti operativi si potrà fare riferimento all’ Ufficio ICE di Belgrado, all’indirizzo email belgrado@ice.it, avendo cura di tenere in copia europa.africa@ice.it e estero@confapi.org.
(MP/am)
Come sempre l’obiettivo è analizzare la dinamica dei principali indicatori congiunturali per le attività delle nostre aziende associate.
E’ un’indagine anonima e si può compilare anche da smartphone entro mercoledì 15 gennaio 2025.
CLICCA QUI PER COMPILARE L’INDAGINE
“Confapi sostiene con forza il documento strategico annunciato oggi dal Ministro Urso sul Cbam. La nostra Confederazione è stata la prima associazione a prendere posizione nei mesi scorsi su una tematica che, se non ricalibrata, potrebbe creare gravissimi danni all’industria Italiana. Abbiamo sempre ritenuto fondamentale che le associazioni datoriali e la politica lavorassero assieme per la revisione del CBAM, il Carbon Border Adjustment Mechanism, oggi rivolto a colpire solo le materie prime prodotte in Paesi extra europei con alto contenuto di Co2, lasciando invece completamente spalancata la porta europea all’importazione dei semilavorati e dei prodotti finiti prodotti con ancor più alte emissioni. Per questo riteniamo che l’annuncio di oggi di Urso sia fondamentale per l’intero settore industriale italiano” Lo dichiara il Presidente di Confapi, Cristian Camisa.
“Nell’attuale versione – aggiunge – si rischiava una grande penalizzazione soprattutto per le Pmi industriali. Come confederazione anche a livello europeo faremo la nostra parte per supportare la posizione del governo italiano così come abbiamo fatto sul non paper sulla competitività”.
“L’annuncio di Gazprom di interrompere le forniture di gas alla Moldavia a partire dall’inizio di gennaio segnala un aumento del rischio di una grave crisi energetica e umanitaria in Europa”. E’ quanto dichiara il presidente di Confapi, Cristian Camisa, evidenziando come l’interruzione delle forniture di gas in Moldavia In combinazione con la distruzione delle infrastrutture energetiche in Ucraina, il mancato rinnovo dell’accordo di transito dal gas tra Russia e Ucraina e il sabotaggio dei cavi nel Mar Baltico, preannunciano un inizio del 2025 particolarmente difficile in termini di sicurezza energetica.
“Emerge oggi come non mai – aggiunge – la necessità di una gestione efficace della crisi da parte della nuova Commissione Europea e della presidenza polacca del Consiglio dell’Unione Europea per affrontare le sfide urgenti legate alla sicurezza energetica dell’UE e dell’Europa. Ma anche il Governo italiano non deve sottovalutare le potenziali conseguenze. Con il prezzo del gas che in Italia si appresta chiudere a ridosso dei 50MWh – conclude Camisa – credo che il Governo debba porsi la questione di come sostenere quelle realtà produttive come le PMI industriali escluse da quelle misure di supporto recentemente varate a beneficio degli energivori”.