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Pierluigi Cordua è il nuovo presidente di Confapi Lombardia

Presso la sede di Confapi Lombardia il 17 gennaio scorso si è tenuta l’assemblea regionale dell’associazione, composta dai rappresentanti delle territoriali di Bergamo, Brescia, Lecco-Sondrio, Milano e Varese, nella quale è stato eletto il nuovo presidente lombardo del sistema Confapi che succede a Luigi Sabadini divenuto, lo scorso dicembre, membro della Giunta nazionale di Confapi e, ad aprile, presidente di Unionmeccanica Confapi.

Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia con il suo secondo mandato avviato lo scorso 29 settembre e membro della Giunta del presidente nazionale di Confapi Cristian Camisa, è il nuovo presidente di Confapi Lombardia per il mandato 2024-2026.
Amministratore delegato dell’azienda ISVE Spa, con sede Poncarale (BS), specializzata nella realizzazione di impianti per il riciclaggio di prodotti non ferrosi e per il trattamento del legno, ha 53 anni ed è sposato con tre figlie.
Cordua giunge a questa importante nomina al culmine di una lunga e attiva vita associativa. Ha, infatti, ricoperto il ruolo di consigliere degli ultimi due presidenti di Confapi Brescia, del Gruppo Giovani Imprenditori della territoriale bresciana, di Confapi Servizi ed Unionmeccanica Confapi nazionale. 

“Si apre per me un nuovo capitolo nell’attività di rappresentanza di Confapi che aggiunge, oltre al lavoro su Brescia, anche l’interlocuzione a livello regionale – afferma il presidente Pierluigi Cordua -. Proprio il dialogo con Regione Lombardia rappresenterà un fattore decisivo per il trasferimento costruttivo e propositivo di contenuti e istanze delle nostre imprese. Ringrazio sinceramente il presidente uscente Sabadini, al quale mi legano stima ed amicizia: nel solco del suo lavoro traccerò le traiettorie del mio mandato. A lui, inoltre, i migliori auguri per il prestigioso impegno nazionale alla guida di Unionmeccanica Confapi. Sono numerose le criticità che contraddistinguono questo 2024, ma credo che lo siano anche le opportunità. La nostra mission sarà, ovviamente, di proseguire nel nostro impegno volto alla formazione e informazione delle imprese associate. In questo senso riteniamo sia determinante il nostro impegno per trasferire ogni occasione di sostegno e crescita a disposizione, a partire da quelle messe in campo proprio dal Pirellone. Alcune scadenze fondamentali per il nostro sistema produttivo sono molto vicine – tra le altre lo stop ai motori endotermici nel 2035, i processi di transizione energetica, ambientale, digitale e di integrazione di intelligenza artificiale -, pertanto la nostra azione di supporto si conferma determinante. Inoltre, lo scenario geopolitico attuale, contraddistinto da una crescente instabilità, inoltre, centralizza ulteriormente il valore dell’associazione ed il suo ruolo di reale partner dell’imprenditore e delle aziende».  Confapi Lombardia è una Federazione regionale di secondo livello, si occupa del coordinamento fra le associazioni provinciali, al fine di uniformare ed armonizzare le loro attività di assistenza e di rappresentanza delle aziende associate. Complessivamente rappresenta oltre 3.700 imprese che danno lavoro ad oltre 70.000 dipendenti”.
 

Camisa alla Farnesina per tavola rotonda Italia-Kazakhstan

Confapi ha partecipato alla Farnesina alla Tavola rotonda sugli investimenti Italia-Kazakhstan con il Presidente della Repubblica del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev.
Dopo aver ringraziato il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per il lavoro di connessione, sinergia e coinvolgimento tra settore privato e pubblico che sta svolgendo, il Presidente Cristian Camisa ha evidenziato gli obiettivi su cui si sta concentrando l’azione della Confederazione: rafforzare le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi, portando come valore aggiunto la qualità dei nostri prodotti, la flessibilità e il saper fare delle Piccole e Medie Industrie Private italiane.
 
“Le nostre PMI – ha detto il Presidente di Confapi – si distinguono per la velocità di azione, la flessibilità e l’elevata capacità di soddisfare una domanda specifica e mutevole. Possono rispondere in modo rapido e proficuo a qualsiasi richiesta personalizzata del mercato. L’alta qualità della nostra industria manifatturiera insieme alle preziose competenze delle nostre PMI possono stimolare il processo di diversificazione del sistema produttivo kazako, trasferendo best practices e una lunga esperienza di crescita industriale in tutti i settori”.
Fondamentale secondo Confapi è il tema dei minerali rari. “Auspichiamo – ha sottolineato Camisa – si valuti una partnership strategica per interventi congiunti nel mining, vista l’importanza del tema dei minerali rari e la necessità per il nostro Paese di fare scorte strategiche che garantiscano la produttività delle nostre industrie anche a lungo termine. Vogliamo continuare a lavorare fianco a fianco con il Governo e le Istituzioni per sviluppare legami commerciali con Paesi esteri ancora più forti a vantaggio delle nostre aziende. La direzione di internazionalizzazione tra il Governo e le associazioni – ha concluso – sta procedendo nella direzione giusta per dare sempre nuova opportunità alle piccole e medie industrie italiane. 

Confapi alla Camera su intelligenza artificiale

Confapi è stata audita dalla XI Commissione ‘Lavoro pubblico’ della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro. In rappresentanza della Confederazione è intervenuto il presidente di Unimatica Confapi Brescia, Antonio Perini, che ha evidenziato innanzitutto come il tema stia acquisendo sempre più rilevanza nel mondo produttivo delle piccole e medie industrie. “E’ necessario quindi – ha spiegato – guardare ai benefici e alle opportunità di una tecnologia con applicazioni intelligenti che aumenteranno l’esperienza, il benessere e la capacità della forza lavoro” mentre spesso le “indagini che affrontano la AI e negli ultimi mesi quella Generativa, tendono a evidenziare gli scenari più pessimistici, gli effetti negativi riguardo la sostituzione di lavoratori o la scomparsa di alcune professioni e profili”.

In Italia la digitalizzazione del processo produttivo delle aziende, passaggio fondamentale per pensare all’inserimento della AI come rileva anche il recente studio di ISTAT, presenta una grande differenza tra le grandi aziende e le PMI. Queste ultime, che sono la gran parte dei nostri associati, nel 60,7% dei casi hanno raggiunto un livello base contro il 91,1% della grande impresa.  Da un sondaggio interno emerge che il digitale è in avanzamento ma polarizzato sulle aziende più strutturate; la conoscenza dei temi legati alla AI generativa è limitata, mentre è sempre più impellente ed urgente. Ci sono scarse competenze interne e difficoltà a realizzare formazione funzionale all’adozione di questa tecnologia anche per mancanza di personale e di figure specializzate: oggi, le aziende stanno raccogliendo una montagna di dati di produzione che non vengono analizzati ed utilizzati per fare davvero efficienza e creare competitività, aumentando inoltre il divario con gli altri paesi.

Per Confapi l’intelligenza artificiale e quella generativa in particolare ci permetterà di ricavare valore dai dati, ridurre i tempi operativi, estrarre informazioni preziose per migliorare le procedure e supportare le decisioni. È indispensabile, per questo, promuovere corsi intensivi di formazione continuativa, dedicati sia a nuove risorse che alla valorizzazione di quelle interne. I fondi interprofessionali possono rivestire in questo ambito un ruolo fondamentale come lo saranno altresì politiche di sgravi fiscali, crediti d’imposta e incentivi per le aziende che intendono formarsi. Secondo la Confederazione servono quindi un collegamento tra le aziende e gli istituti scolastici, non solo tecnici, visto che la AI generativa è uno strumento di utilizzo comune in tutte le attività aziendali e inoltre una grande attenzione legislativa nella regolamentazione del trattamento e la protezione dei dati aziendali e personali, e i rischi derivanti da uno scorretto utilizzo degli stessi. Infine, si ritiene necessario valutare l’esposizione a potenziali minacce degli asset digitali e fisici dell’azienda, in modo continuativo, potenziando la cybersecurity, altro tema che evidenzia un gap immenso tra grandi aziende e PMI.

Ilva. Camisa: aprire ad acciaierie extra UE

“Bisogna trovare al più presto una soluzione all”indisponibilità da parte di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento sul futuro dell’ex Ilva. L’Italia, che può vantare la seconda manifattura d’Europa, non può assolutamente permettersi di non poter contare sul polo dell’acciaio”. Lo dichiara il Presidente di Confapi, Cristian Camisa.

“Siamo consapevoli delle grandissime difficoltà che il Governo sta vivendo. E’ un tema che si trascina da troppo tempo. Riteniamo non sia più procrastinabile assumere il controllo di Acciaierie d’Italia aumentando la partecipazione statale, lavorando fin da subito però su obiettivi a lungo termine. La nostra proposta è quella di provare ad aprire ad acciaierie extra UE che negli ultimi mesi hanno fatto investimenti strategici importanti, come l’acquisizione di US Steel da parte di Nippon Steel per oltre 14 miliardi di dollari, perché noi pensiamo che questa possa essere una soluzione anche in virtù dell’introduzione del “Cbam”, il Regolamento europeo sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere per impedire che le merci importate da Paesi extra-Ue godano di indebito vantaggio competitivo. In questa fase storica potrebbe essere interessante per le aziende extra Ue creare un polo anche in Italia e dunque in Europa per andare a bypassare questa tassazione che secondo un nostro studio avrebbe un’incidenza percentuale attorno al 12% sulla materia prima, quindi estremamente importante”.

“I nostri imprenditori dell’indotto stanno vivendo una situazione estremamente complicata e il rischio serio è quello di fallire e perdere così un know-how che ci ha permesso nel corso degli anni di essere un punto di riferimento straordinario per la competitività del nostro sistema industriale. Sarebbe un danno per tutto il Sistema Paese. Diamo nostra massima disponibilità al Governo ad essere coinvolti – conclude Camisa – in questa fase storica occorre mettere da parte gli interessi particolari per raggiungere insieme un grande obiettivo: creare il polo dell’acciaio più tecnologico e green europeo che dia una spinta importante alla competitività del sistema Paese”.
 

“La ripresa è debole serve creare manodopera”

L’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal presidente Cristian Camisa.

Confapi rappresenta 116 mila piccole e medie industrie che negli ultimi anni si sono trovate ad affrontare sfide senza precedenti. Lo scenario è ancora molto incerto a causa dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente.

Presidente Camisa, cosa vi aspettate per il 2024?
«Nel 2023 abbiamo avuto un primo semestre positivo e poi c’è stato un rallentamento. Ci attendiamo un primo quadrimestre del 2024 ancora incerto e debole. Auspichiamo che con l’arrivo del nuovo annuo si attenui la stretta della politica monetaria per permettere alle aziende di tornare a investire e crescere», spiega Cristian Camisa, presidente Confapi.

Qual è la vostra priorità?
«La carenza di manodopera. Crediamo che questa problematica dovrebbe essere al centro dell’azione di governo perché sta diventando una vera e propria emergenza. Ogni 100 offerte di lavoro ne riusciamo a coprire solo 48. Credo si debba agire su due binari: fare in modo che le aziende abbiano la possibilità di formare i giovani e spingere sul digitale. La formazione è l’aspetto fondamentale, su questo vorrei lanciare una provocazione…».

Dica.
«Si potrebbe pensare a una sorta di servizio civile di tre o sei mesi per i ragazzi che non proseguono il percorso di studi e non cercano lavoro, i cosiddetti Neet, pagato in parte dallo Stato e in parte dalle aziende stesse. Questo ci consentirebbe di ridurre la disoccupazione giovanile e darebbe alle aziende la possibilità di formare nuova manodopera qualificata. I giovani oggi vedono la piccola e media industria come un settore molto attrattivo. Per non sprecare questa opportunità dobbiamo saper innovare».

Le risorse del Pnrr rappresentano un’occasione importante. Siete soddisfatti delle modifiche?
«Le modifiche che il governo ha ottenuto, soprattutto l’integrazione del piano Transizione 5.0 all’interno del capitolo sul Repower Eu, vanno nella direzione che avevamo auspicato. Il Piano di ripresa e resilienza, così come era stato concepito all’origine, non era fatto per la piccola e media impresa. Ci auguriamo che venga potenziato lo strumento del credito di imposta, un modello semplice e intuitivo, già conosciuto dai nostri imprenditori».

Come associazione avete chiesto più volte una proroga del Superbonus, l’ultimo spiraglio è nel decreto Milleproroghe. Quali sono i rischi se non dovesse arrivare?
«Una proroga di due o tre mesi è necessaria. L’urgenza è evitare il fallimento delle aziende e il proliferare di contenziosi. Delle 14 mila imprese edili associate a Confapi il 30% sono in gravi difficoltà per lo stop del Superbonus, parliamo di circa 4.000 imprese».

A inizio dicembre si è riunito il tavolo sull’automotive istituito dal ministero delle Imprese e del Made in Italy d’intesa con Stellantis, cosa vi aspettate?
«Chiediamo garanzie per l’indotto. Sono necessari progetti chiari e concreti che impediscano quello che di fatto sta già avvenendo: le imprese dell’indotto da un giorno all’altro si vedono ridurre o cancellare commesse da cui dipende la loro stessa sopravvivenza. Parliamo di imprese che finora hanno fornito componentistica a tutta Europa e in questi anni hanno saputo andare avanti nonostante gli shock, salvando il sistema Paese dalla crisi».

Un’altra partita complessa è quella dell’ex Ilva.
«Mittal ha dimostrato che non ha alcuna intenzione di investire, come Paese non possiamo permetterci di perdere il polo dell’acciaio, questo comparto è un elemento di competitività importante per il Paese. Per il futuro di Acciaierie d’Italia sarebbe auspicabile che Invitalia passasse in maggioranza in modo da poter avviare un piano industriale serio. Ritengo che sarebbe utile anche aprire a partner extra Ue che possano essere interessati a investire in Italia».

Confapi e Cottino: al via progetto formazione ‘Esg, sostenibilità e innovazione’

Al via il progetto formativo “ESG, sostenibilità e innovazione”. Un percorso di formazione itinerante a livello nazionale fortemente voluto da Confapi e rivolto alle nostre territoriali per acquisire nuove chiavi di lettura, conoscenze, competenze e consapevolezze in ottica ESG. Progettato da Cottino Social Impact Campus e Istud Business School per Confapi, il percorso punta ad attivare un confronto proattivo fra colleghi, generare collaborazioni virtuose fra territori, lavorando in gruppo verso un’unica destinazione: la sostenibilità.

Un investimento importante e lungimirante della Confederazione sulla centralità del capitale umano e sulla rilevanza della sostenibilità per la crescita delle piccole e medie industrie, affinché le territoriali Confapi, attraverso modelli di governance rinnovati, siano di supporto alle imprese associate nel percorso di sviluppo sostenibile. Nord, Centro e Sud del territorio nazionale sono le tappe del progetto formativo partito oggi da Torino per immergersi da subito nell’era della purpose driven economy. Un appuntamento iniziato all’insegna del percorso di consolidamento della rete associativa, su cui Confapi fonda le sue radici, con una delegazione della Confederazione nazionale e dei territori ospite presso la sede di Api Torino. La prima tappa del percorso formativo si è focalizzata su una analisi del contesto globale in modo da agevolare la costruzione di un percorso aziendale sostenibile, grazie alla docenza di Marella Caramazza, Board Member Campus e Direttore Generale Istud e il keynote speech di Mario Calderini, Scientific Advisor del Campus e massimo esperto di impact innovation for purpose.

Prossima tappa a Roma, gennaio 2024, presso la sede nazionale di Confapi, per connettere la visione strategica ESG, acquisita nel primo appuntamento, a nuovi modelli operativi e al ruolo chiave degli stakeholder.

Camisa a conferenza nazionale export e internazionalizzazione

Il Presidente, Cristian Camisa, ha preso parte come relatore alla Conferenza Nazionale dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che si è svolta a Roma.
L’evento, aperto dal Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e intitolato “Quali strategie per continuare a crescere nel mondo in uno scenario in profondo mutamento”, ha rappresentato un momento di confronto e dibattito tra i protagonisti del panorama economico italiano sulle sfide e prospettive della diplomazia della crescita come strumento per sostenere e favorire la proiezione economica dell’Italia nel mondo. Camisa, accompagnato dal vicepresidente Corrado Alberto, è intervenuto nel panel “Come espandere il numero delle PMI esportatrici: la parola alle associazioni sul sostegno alle micro e piccole imprese”. Alla Conferenza hanno partecipato rappresentanti istituzionali di alto livello, dei più importanti partner del sostegno all’internazionalizzazione, un selezionato numero di imprese e rappresentanti di fondi d’investimento nonché associazioni di categoria rappresentative dei più importanti settori produttivi nazionali.

“Appuntamenti come quello di oggi – ha detto il Presidente di Confapi – sono fondamentali per chiamare tutti gli attori in campo, pubblici e privati che siano, per confrontarsi e per definire una strategia di sistema che permetta di creare e cogliere tutte le opportunità dei mercati esteri. Mai come in questo momento, anche nel campo delle politiche industriali nazionali ed estere, c’è bisogno di procedere uniti e nella stessa direzione. Ci troviamo ancora ad affrontare, come si sa, tante sfide, compresa quella di due guerre in atto e della scomposizione e ricomposizione degli equilibri geopolitici internazionali. E ancora: i costi dell’energia, delle materie prime e del loro approvvigionamento, le difficoltà della logistica che stanno affaticando il sistema che Confapi rappresenta. Nonostante questo quadro così complesso e mutevole, i recenti dati rilevano che nell’ultimo decennio l’export ha sostenuto in misura significativa lo sviluppo della nostra economia. Basti pensare che nel periodo 2010-2022, il contributo delle esportazioni di beni e servizi alla crescita del PIL, in termini reali, è stato pari a 9,9 punti percentuali”.

Diverse le proposte presentate nel suo intervento da Camisa: Investire in formazione per favorire il superamento delle barriere culturali che ancora frenano la digitalizzazione; ridurre le barriere economiche che rallentano la transizione green; favorire il miglioramento delle competenze in business management e data management adeguati ai mercati target; investire in formazione ad hoc delle risorse umane in quanto le nostre imprese lamentano difficoltà nel reperire manodopera qualificata anche attraverso specifiche azioni di reclutamento e formazione di personale extra europeo nei paesi di origine. Camisa ha concluso con un appello:”In un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo, reputo sia fondamentale che si faccia sistema a tutti i livelli, solo grazie ad un lavoro di squadra potremo raggiungere gli obiettivi quest’oggi condivisi”.

Confapi-Assocamerestero: siglato accordo internazionalizzazione imprese

Confapi ha siglato un accordo di partnership con Assocamerestero, l’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) e Unioncamere, per fornire alle PMI di Confapi un supporto più efficace per operare sugli 86 mercati delle CCIE.
Grazie a questa alleanza, infatti, le imprese potranno contare sui servizi offerti da questa grande piattaforma di business costituita in 63 Paesi del mondo ed entrare in contatto anche con tutti gli imprenditori soci delle CCIE. La comunità d’affari aggregata dalle Camere italiane nel mondo è senz’altro un riferimento strategico per tutte quelle imprese, soprattutto piccole e medie che vogliono atterrare sui mercati esteri contando su alleanze sicure e ben radicate nell’economia locale.
Secondo una recente indagine condotta dal Gruppo di Lavoro Internazionalizzazione di Confapi, l’80% delle imprese associate sono già presenti – in diverse modalità – sui mercati esteri. Con questo accordo, quindi, Confapi vuole specializzare sempre più il sostegno offerto alle sue imprese già all’estero e aiutare in modo più continuo quelle che devono ancora avviare un percorso di crescita internazionale.
Assocamerestero e Confapi si impegnano, pertanto, a individuare occasioni di sviluppo per la creazione di partnership con operatori internazionali, per favorire l’attrazione degli investimenti esteri e per sviluppare azioni congiunte finalizzate ad un’efficace espansione oltreconfine, tenendo d’occhio sostenibilità e digitalizzazione.
Il ruolo delle piccole e medie industrie italiane sui mercati esteri è fondamentale sia per l’economia del Paese ospitante sia per il Pil dell’Italia e questo protocollo rappresenta un ulteriore strumento nel processo di internazionalizzazione delle nostre imprese, chiave fondamentale per la crescita aziendale.

“Questo accordo è molto importante per le CCIE che possono cosi trovare nella rete Confapi sui territori interlocutori di primo livello per svolgere un’azione sempre più efficace aiutando le imprese socie ad inserirsi e a competere sui mercati esteri.” – dichiara il Presidente di Assocamerestero, Mario Pozza – “La nostra comune natura di associazioni di imprenditori rappresenta un enorme vantaggio per le PMI, che potranno usufruire di servizi messi a punto da chi conosce bene le esigenze dell’impresa e, allo stesso tempo, le esigenze del mercato”.

“Si tratta di un accordo molto importante: le Camere di Commercio Italiane all’Estero possono rappresentare un interlocutore privilegiato per la penetrazione sui mercati delle imprese che come Confapi rappresentiamo – dichiara il Presidente di Confapi, Cristian Camisa – In un periodo così mutevole come quello che stiamo vivendo, reputo fondamentale un gioco di squadra a tutti i livelli per far sì che la forza del Made in Italy diventi sempre più performante in tutto il mondo”.

UE: con stop a norme imballaggi vince la filiera italiana

Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil ottengono lo stop alle restrizioni sulla normativa sugli imballaggi, garantendo così la tutela del settore agroalimentare e di asset strategici per il Paese.
In particolare, il voto prevede l’esenzione dagli obblighi previsti dal regolamento per i prodotti soggetti ad un alto tasso riciclo, valorizzando così le alte performance italiane. Ottenuta, inoltre, la tutela delle bioplastiche totalmente compostabili e biodegradabili. Un risultato che valorizza il primato dell’Italia in tale settore e conferma come tali materiali possano costituire un elemento di forza anche con Paesi schierati su posizioni diverse rappresentando soluzioni incontestabilmente sostenibili. L’Italia, infatti, è diventata negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile ed ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia ha raggiunto quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite. A trarre vantaggio da questa vittoria, non sono solo le sole aziende degli imballaggi ma a ritrosofiliere fondamentali per il nostro Paese quali l’intero settore agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione, con decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Le modifiche alla norma consentiranno, inoltre, la prosecuzione di ingenti investimenti fatti in innovazione e in bioraffinerie prime al mondo oggi in funzione, di cui l’Italia è leader attraverso società quali Eni Versalis – Novamont che, insieme ad altre partecipate pubbliche e campioni nazionali, aderiscono a Filiera Italia. Parliamo di bioplastiche e di bioprodotti da fonti rinnovabili concepiti per la tutela del suolo e delle acque, attraverso la riconversione di siti industriali non più competitivi, nel rispetto delle specificità locali e in partnership con tutti gli attori della filiera. La leadership che il nostro Paese detiene in tali prodotti innovativi è ulteriormente confermata dal fatto che Cina e Stati Uniti stanno cercando di imitare tali prodotti e processi innovativi nella loro corsa agli sviluppi industriali del biomanufacturing.
Per l’agroalimentare in particolare, la nuova proposta salva il settore vitivinicolo, dall’obbligo del riuso delle bottiglie, a tutela del consumatore garantendo il mantenimento degli alti standard sanitari e di qualità delle produzioni made in Italy. Inoltre, salvo anche il settore dell’ortofrutta e, in particolare la IV gamma, dal divieto di confezionamento sotto a 1,5 kg: un risultato che tutela la qualità e la shelf life delle produzioni e, indirettamente, riduce lo spreco alimentare che altrimenti sarebbe aumentato vertiginosamente in pieno contrasto con gli attuali obiettivi europei. Altro risultato positivo riguarda il settore del florovivaismo dove finalmente i vasi da fiori e da piante sono inquadrati come fattore della produzione. Tali modifiche rappresentano un importante risultato soprattutto a tutela della competitività delle imprese dell’agroalimentare italiano e del potere di acquisto dei consumatori in un momento di grande difficoltà economica.
 

Manovra: Confapi a Chigi per riunione con premier Meloni

Confapi, rappresentata dal Direttore delle Relazioni Istituzionali, Annalisa Guidotti, ha preso parte a Palazzo Chigi alla riunione sulla Legge di Bilancio, presieduta dal Presidente del Consiglio Giorgia meloni, tra il Governo e le associazioni datoriali. Tra i temi portati al tavolo e la necessità che il Pnrr sia messo a terra e porti benefici anche alle aziende che sui territori producono sviluppo e lavoro. Inoltre l’auspicio che il finanziamento, spostato verso RepowerEu, possa avere il placet dell’Europa e siano messi così a disposizione delle aziende dei crediti di imposta per sostenere la transizione gemella che ha necessità di essere sostenuta con delle tappe graduali ma anche con un sostegno da parte del Governo per i numerosi investimenti che gravano di più sulle piccole e medie imprese. In merito ai fringe benefit, Guidotti auspica “un allargamento perché hanno aiutato i lavoratori della piccola e media industria” e aggiunge che “vanno bene le agevolazioni sulle assunzioni di personale ma in questo momento ci troviamo nel paradosso per cui non troviamo le risorse umane. E quindi vorremmo che fossero premiati coloro che rimangono in azienda attraverso una detassazione degli straordinari”.