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Certificato EUR1: nuove modalità di richiesta emissione

Nell’ambito delle procedure relative alle esportazioni sono state riviste quelle relative al rilascio e controllo del certificato di circolazione EUR.1, EUR MED ed A.TR a decorrere dal 1° aprile 2022.

La semplificazione procedurale in materia di previdimazione dei certificati di circolazione (più volte prorogata, in ultimo dalla circolare 44/D/2021 fino al 31 marzo 2022) si è conclusa, in quanto ritenuta non più attuale rispetto al mutato quadro normativo.

I certificati di circolazione sono utilizzati in ambito doganale per dichiarare l’origine preferenziale delle merci e poter beneficiare delle agevolazioni tariffarie contenute in accordi preferenziali fra UE e paesi terzi e delle misure tariffarie concesse unilateralmente dalla stessa UE nei confronti di taluni paesi o territori in via di sviluppo.

Per quanto concerne le dichiarazioni doganali di esportazione verso paesi accordisti per i quali è previsto un reciproco trattamento preferenziale, i protocolli origine allegati agli accordi prevedono che il rilascio dei predetti certificati comprovanti l’origine sia effettuato dai competenti uffici territoriali, su apposita richiesta formulata dal soggetto esportatore, o da un suo rappresentante.

La presentazione di specifica documentazione a titolo di prova dell’origine, ai fini della concessione del trattamento preferenziale, riguarda in particolare:

  • Certificati EUR 1, previsti negli accordi preferenziali di libero scambio e rilasciati dalle autorità doganali dei paesi di esportazione;
  • Certificati EUR MED, per i prodotti che beneficiano di trattamento preferenziale sulla base delle regole applicabili ai paesi appartenenti all’area del cumulo pan-euro-mediterraneo (Convenzione Pan Euro Med);
  • Certificati ATR, qui citati per completezza pur non essendo una prova dell’origine, per i prodotti in posizione di libera pratica entro l’ambito dell’Unione doganale UE/Turchia.
Gli operatori economici possono operare dal 1° aprile secondo le modalità indicate nella circolare 12/D/2022 del 29.03.2022 dell’Agenzia delle Dogane:
  1. procedura ordinaria
  2. procedura “facilitata”
  3. procedura full digital.
Utilizzando la procedura ordinaria, il soggetto esportatore, direttamente o tramite suo rappresentante doganale, richiede il certificato di circolazione indicando nella casella 44 – sezione documenti della dichiarazione di esportazione – uno dei corrispondenti codici previsti dall’articolo 3 della Determinazione Direttoriale prot. n. 23641/RU del 21.01.2021 (26YY richiesta del certificato di circolazione delle merci EUR.1; 27YY richiesta del certificato A.T.R.; 28YY richiesta del certificato di circolazione delle merci EURMED). Dopo il download dei dati e la stampa del certificato, il medesimo viene presentato all’Ufficio delle Dogane dove è stata registrata la dichiarazione doganale di esportazione per l’apposizione del timbro e della firma. In caso di controllo automatizzato (CA) dell’operazione, l’Ufficio delle Dogane provvede con immediatezza alla validazione del certificato medesimo.

La richiesta di rilascio del certificato di circolazione, effettuata mediante l’inserimento nella casella 44 della dichiarazione di esportazione dell’apposito codice documento, comporta la piena assunzione di responsabilità in merito alla sussistenza dei presupposti e requisiti, previsti dai vigenti

Accordi, che conferiscono il carattere di origine preferenziale unionale o dello status unionale alle merci esportate. L’operatore economico (esportatore e/o il suo rappresentante), con l’utilizzo di uno dei codici previsti dall’articolo 3 della citata Determinazione Direttoriale, dichiara altresì sotto la sua responsabilità di essere in condizione di rendere immediatamente disponibili – in caso di richiesta dell’ufficio doganale in sede di controllo in linea o a posteriori – la cd. “dichiarazione dell’esportatore” e i documenti idonei a comprovare l’origine preferenziale unionale delle merci oggetto di esportazione.

La procedura “facilitata” si differenzia da quella ordinaria per il fatto che l’esportatore stampa il certificato su un formulario/modello tipografico in proprio possesso e che è stato in precedenza validato con timbro e firma dal competente Ufficio delle Dogane. L’accesso a tale procedura è riservato ai soggetti A.E.O. che siano titolari di autorizzazione a luogo approvato e che abbiano manifestato e dimostrato specifiche ed oggettive difficoltà operative anche correlate alla distanza dall’Ufficio delle Dogane di esportazione (a titolo esemplificativo, un tempo di percorrenza di oltre mezz’ora) oppure all’effettuazione delle operazioni di esportazione al di fuori dell’orario di operatività dell’Ufficio medesimo.

La procedura full digital, invece, può essere al momento utilizzata limitatamente al progetto denominato “EUR1 Full Digital” che, dal 1°marzo 2021, in via sperimentale, si applica per la richiesta ed il rilascio dei certificati di circolazione EUR.1 relativi ad operazioni di esportazione verso la Confederazione Svizzera, secondo le modalità declinate con circolare 13/2021. Attualmente sono in corso interlocuzioni con l’autorità doganale turca per una prossima completa digitalizzazione anche del certificato AT.R.

In alternativa ai certificati di circolazione, sia le vigenti disposizioni integrative unionali (articolo 75 e segg. Regolamento esecutivo UE 2447/2015) sia gli accordi preferenziali prevedono, quale prova dell’origine, la compilazione e l’emissione – da parte del soggetto esportatore – di una dichiarazione su fattura, o su altro documento commerciale, resa secondo il modello allegato allo specifico accordo.

La dichiarazione di origine preferenziale in fattura può essere compilata, a seconda delle disposizioni contenute negli accordi:

  • dall’esportatore autorizzato;
  • dall’esportatore registrato al sistema REX (previsto ad esempio negli accordi con Canada, Giappone, Regno Unito, Vietnam);
  • da qualsiasi esportatore ancorché non autorizzato/registrato per ogni spedizione il cui valore totale non superi 6.000 euro.
(MF/ms)



L’Api: “Così la sopravvivenza diventa difficile”

La Provincia del 5 aprile 2022, articolo sul convegno organizzato in Api: “Energia e gas: dove stiamo andando e possibili soluzioni per le pmi”.




Registrazione convegno: “Energia e gas: cosa sta succedendo e possibili soluzioni per le pmi”

CLICCANDO QUI è possibile riascoltare tutta la registrazione del convegno pubblico che si è tenuto lunedì 4 aprile 2022 nella sede di Api Lecco Sondrio dal titolo "Energia e Gas: cosa sta succedendo e possibili soluzioni per le pmi".

Sono intervenuti:

Luigi Sabadini, Presidente Confapindustria Lombardia e Consigliere Consorzio Adda Energia

Sissi Bellomo, giornalista Il Sole 24 Ore, esperta di materie prime che ha parlato di: "Rincari record e volatilità del mercato. Dove stiamo andando?"

Sergio Olivero, Energy Center Politecnico di Torino: "Le comunità energetiche per lo sviluppo del territorio e delle pmi".

 




Bonus Export digitale per le aziende

Segnaliamo che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha comunicato l’affidamento ad Invitalia dell’esecuzione della misura “Bonus Export Digitale”. Si tratta di un contributo che punta a sostenere lo sviluppo dell’attività di esportazione delle microimprese italiane manifatturiere.
 
Possono richiedere il contributo le microimprese manifatturiere (con fatturato inferiore a 2 milioni di Euro e un numero massimo di 10 dipendenti – codice ATECO C) con sede in Italia, anche costituite in forma di reti o consorzi. 
 
 
Contributo
 
Il contributo previsto dal Bonus è concesso in regime “de minimis” per i seguenti importi:
  • 4.000 euro alle microimprese a fronte di spese ammissibili non inferiori, al netto dell’IVA, a 5.000 euro;
  • 22.500 euro alle reti e consorzi a fronte di spese ammissibili non inferiori, al netto dell’IVA, a 25.000 euro.
 
 
Benefici
 
Il Bonus Export Digitale finanzia le spese sostenute per l’acquisizione di soluzioni digitali per l’export, fornite da imprese iscritte nell’elenco delle società abilitate.
 
Le prestazioni puntano a sostenere i processi di internazionalizzazione attraverso:
 
  • la realizzazione di sistemi di e-commerce verso l’estero, siti e/o app mobile
  • la realizzazione di sistemi di e-commerce che prevedano l’automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web
  • la realizzazione di servizi accessori all’e-commerce
  • la realizzazione di una strategia di comunicazione, informazione e promozione per il canale dell’export digitale
  • digital marketing finalizzato a sviluppare attività di internazionalizzazione
  • servizi di CMS (Content Management System)
  • l’iscrizione e/o l’abbonamento a piattaforme SaaS (Software as a Service) per la gestione della visibilità e spese di content marketing
  • servizi di consulenza per lo sviluppo di processi organizzativi e di capitale umano
  • l’upgrade delle dotazioni di hardware necessarie allo sviluppo di processi organizzativi
 
L’Ufficio Estero è a disposizione per maggiori informazioni e chiarimenti: info@ufficioestero.it, 0341.286338.

 
(GF/am)




Torneria Colombo, inaugurazione Accademia: rassegna stampa

Gli articoli pubblicati dopo l’inaugurazione dell’Accademia Meccanica Interna della Torneria Automatica Alfredo Colombo:




Webinar 11 aprile ore 10: “I crediti di imposta per chi investe in innovazione: cosa c’è da sapere”

Il Punto Impresa Digitale (PID) della Camera di Commercio di Como-Lecco organizza per lunedì 11 aprile 2022, ore 10, il webinar  dal titolo “I crediti d’imposta per chi investe in innovazione: cosa c’è da sapere”.

Durante il seminario online un esperto presenterà le principali misure del Piano, rimanendo a disposizione per eventuali domande da parte dei partecipanti.

Per permettere all’esperto di rispondere in maniera puntuale durante il webinar, è anche possibile inviare eventuali quesiti sui crediti d’imposta a pid@comolecco.camcom.it prima dell’incontro. 

Per maggiori informazioni sull’evento e per iscriversi CLICCARE QUI

(MP/am)
 




“Fermi gli ordini dall’Ucraina impossibile consegnare”

La Provincia del 31 marzo 2022, la nostra associata Wbt di Monte Marenzo (Lc) parla dei problemi con i paesi in guerra.




Indagine su digitalizzazione e Pnrr: le imprese lombarde puntano sul “know-how” interno

Il Centro Studi di Confapindustria Lombardia ha condotto un’indagine riguardo i temi “Digitalizzazione e Pnrr”, a cui hanno partecipato un campione di 300 pmi iscritte al sistema Confapi, il 48% di queste sono del settore metalmeccanico, di medie dimensioni, con un numero di dipendenti al di sotto delle 50 unità.
Il questionario sottolinea con forte caratterizzazione le principali fonti di vantaggio competitivo: le pmi si focalizzano sulla implementazione propria del “know-how” interno ai confini aziendali (51% dei rispondenti), mentre 2 su 10 concentrano la superiorità competitiva su tecnologia proprietaria (un ulteriore 14%) e capacità di sviluppo delle tecnologie (6%).
Riguardo alla gestione caratteristica e alle conoscenze aziendali più della metà delle imprese di piccole e medie dimensioni lombarde (51%) fornisce prodotti altamente personalizzati su specifica del cliente. Un ulteriore e significativo 33% degli intervistati realizza una parziale personalizzazione, modulando la produzione per realizzare più prodotti standard ma con possibili varianti su specifica del cliente; 1 su 10 produce singoli prodotti standard con possibili varianti.
Tra le priorità delle imprese intervistate, spicca il monitoraggio della performance della produzione: assume massimo rilievo per il 34% degli intervistati e un rilievo comunque elevato per altre 3 su 10.
La digitalizzazione sta entrando in modo deciso nelle nostre aziende, concentrandosi sulle dimensioni vitali dell’impresa: per il 53% delle intervistate nei processi produttivi e nelle competenze richieste alle risorse umane; è in corso di completamento nel prossimo triennio per quasi 4 imprese su 20.
Per quanto riguarda i sistemi di protezione informatica tra le imprese di Confapindustria Lombardia sono poco utilizzati i sistemi Cloud, Fog e Quantum computing e intelligenza artificiale. Nel caso dell’adozione di sistemi cyber fisici il 91% delle imprese intervistate alza un secco no.
Più condivisi i sistemi digitali legati a controllo della qualità e operatività della produzione: l’adozione di queste soluzioni supera di gran lunga le soluzioni digitali legate al magazzino e i sistemi di prototipazione rapida (no nel 67% dei casi). Controllo della qualità Qms, Erp, Mes non solo sono di ben più ampia diffusione, ma assumono tendenzialmente un forte rilievo.

C’è un forte interesse tra le aziende associate per i contributi e le agevolazioni fiscali legati alla trasformazione digitale: il 57% delle imprese attribuisce al tema un rilievo elevato/massimo. Tuttavia, appare poco chiaro come ottenere questi aiuti, nonostante le aspettative legate alle opportunità in arrivo dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) siano considerate rilevanti e con ricadute dirette sulla propria realtà aziendale da 4 intervistate su 10, mentre altrettante credono che l’impatto sulla propria impresa sia scarso o nullo.
L’interessante indagine condotta dal nostro Centro Studi – commenta Luigi Sabadini presidente di Confapindustria Lombardiafa emergere quattro aspetti di rilievo. Il primo è la personalizzazione del servizio e del prodotto per il cliente per cui le nostre associate sono conosciute nel mondo: il valore delle informazioni scambiato con il cliente è un asset imprescindibile. Il secondo aspetto che emerge, e si lega ovviamente al primo, è la qualità dei nostri prodotti che permette di spostarsi dalla competitività sul prezzo. Il terzo elemento è una bassa diffusione di strumenti come il Cloud ad esempio, non per poca conoscenza dello strumento, ma perché si vuole proteggere i dati e mantenere la riservatezza dei propri prodotti e servizi. La vulnerabilità dei sistemi “open” ci rende molto scettici, la protezione del nostro lavoro e del cliente viene prima di tutto. Riguardo i finanziamenti in arrivo dal Pnrr le imprese lombarde sono interessate ma anche dubbiose perché storicamente siamo poco avvezzi a usare queste agevolazioni, c’è anche poca fiducia nell’interlocutore. In questo caso posso tranquillizzare gli associati e suggerire di affidarsi alle nostre associazioni territoriali dove potranno trovare l’aiuto e tutte le informazioni necessarie per partecipare a questi bandi”.

CLICCANDO QUI è possibile andare sulla sezione “Centro Studi” del nostro sito e scaricare il report completo dell’indagine.

Anna Masciadri 
Ufficio Stampa




Istituto Fiocchi: richiesta disponibilità materiale elettrico dismesso

Informiamo le Aziende Associate che l’Istituto di Istruzione Superiore Fiocchi di Lecco chiede alle imprese aiuto nel reperimento di materiali/attrezzature utili per le attività laboratoriali che vengono quotidianamente svolte dagli studenti iscritti a percorsi statali e regionali ad indirizzo elettrico, elettronico e automazione.
Si tratta di circa 350 ragazzi impegnati per diverse ore settimanali, in funzione dalla classe e dell’indirizzo, nella realizzazione di impianti elettrici civili e industriali, quadri di distribuzione, quadri di automazione e bordo macchina.

L’Istituto, spiega, ha risorse proprie con le quali si impegna all’acquisto periodico di materiale di consumo e altre attrezzature utili per le attività sopra indicate, ma i costi per mantenere a livelli adeguati laboratori e magazzini sono ingenti. In quest’ottica chiede alle aziende del territorio di valutare la possibilità di donare all’Istituto del materiale di settore che potrebbe essere nelle vostre disponibilità per dismissioni/sostituzioni di impianti o altre analoghe situazioni; tali materiali, non riutilizzabili per la realizzazione di nuovi impianti, potrebbero invece essere utili per gli studenti come ad esempio cavi, sezionatori, interruttori automatici magneto-termici, relè differenziali, salva-motori, teleruttori, apparecchi/dispositivi per impiantistica civile residenziale, dispositivi per quadristica di distribuzione e automazione, carpenteria per quadri, sensori di vario tipo.

Per chi avesse a disposizione questo materiale e volesse donarlo può contattare i professori Rondinelli e Quaranta a questi recapiti: 0341.363310, info@istitutofiocchi.it.

(MP/am)




Tenuta e stampa dei registri elettronici

Nel caso in cui i documenti fiscalmente rilevanti consistano in registri tenuti in formato elettronico:
  1. ai fini della loro regolarità, non hanno obbligo di essere stampati sino al terzo (o sesto per il solo 2019) mese successivo al termine di presentazione della relativa dichiarazione dei redditi, salvo apposita richiesta in tal senso da parte degli organi di controllo in sede di accesso, ispezione o verifica;
  2. entro tale momento (terzo/sesto mese successivo al termine di presentazione della dichiarazione dei redditi) vanno posti in conservazione nel rispetto del Dm. 17 giugno 2014, qualora il contribuente voglia mantenerli in formato elettronico, oppure materializzati (stampati) in caso contrario: lo ha precisato l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 28 marzo 2022, n. 16/E.
Al riguardo si ricorda quanto segue:
  1. ai sensi dell’art. 7, comma 4-quater, del Dl. 10 giugno 1994, n. 357, convertito con modifiche dalla Legge 8 agosto 1994, n. 489 (come modificato dall’art. 12-octies del Dl. 30 aprile 2019, n. 34, convertito con modifiche dalla Legge 28 giugno 2019, n. 58), la tenuta di qualsiasi registro contabile con sistemi elettronici su qualsiasi supporto si considera in ogni caso regolare in difetto di trascrizione su supporti cartacei, se in sede di accesso, ispezione o verifica gli stessi risultano aggiornati sui predetti sistemi elettronici e vengono stampati a seguito della richiesta avanzata dagli organi procedenti e in loro presenza;
  2. il Dm. 17 giugno 2014 (sostitutivo del precedente Dm. 23 gennaio 2004), ha:
    1. ribadito che i documenti informatici rilevanti ai fini tributari devono possedere le caratteristiche dell’immodificabilità, integrità, autenticità e leggibilità;
    2. precisato che gli stessi devono essere conservati in modo tale che:
– siano rispettate le norme del codice civile, del Codice dell’amministrazione digitale e delle relative regole tecniche e le altre norme tributarie riguardanti la corretta tenuta della contabilità;
– siano consentite le funzioni di ricerca e di estrazione delle informazioni dagli archivi informatici in relazione almeno al cognome, al nome, alla denominazione, al codice fiscale, alla partita Iva, alla data o associazioni logiche di questi ultimi, laddove tali informazioni siano obbligatoriamente previste;

c)  stabilito che il processo di conservazione dev’essere effettuato entro il termine previsto dall’art. 7, comma 4-ter, del Dl. n. 357/1994, convertito con modifiche dalla Legge 489/1994, cioè entro i termini di presentazione delle relative dichiarazioni annuali, semprechè non siano scaduti da oltre tre mesi;

3. i sensi dell’art. 5, comma 16, del Dl. 22 marzo 2021, n. 41, corvertito con modifiche dalla Legge 21 maggio 2021, n. 69, con riferimento al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, il processo di conservazione di cui all’art. 3, comma 3 , del Dm. 17 giugno 2014, si considera tempestivo se effettuato, al più tardi, entro i tre mesi successivi al termine previsto dal richiamato art. 7, comma 4-ter , del Dl. n. 357/1994.

(MF/ms)