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Le aziende aprono ai giovani imprenditori

I giovani imprenditori visiteranno la Novate Mineraria

Continuano le visite sul territorio del Gruppo Giovani Imprenditori di Api Imprese. Il prossimo 28 ottobre, infatti gli associati si recheranno presso l’azienda Novate Mineraria, in provincia di Sondrio, che aprirà loro le proprie porte per presentare il proprio settore di competenza e le peculiarità delle propria attività.

Come già avvenuto in passato, molte aziende del gruppo Api Imprese si mettono a disposizione per accogliere presso le proprie strutture i giovani imprenditori del territorio per mostrare i diversi aspetti della dimensione produttiva. Le ultime ditte a dare la propria disponibilità sono state la Salice Occhiali, lo scorso giugno, e la Tecnofar SPA nell’ultima settimana di settembre.

Il gruppo Giovani Imprenditori in visita alla Tecnofar - Api Imprese

L’obiettivo di queste visite è, dunque, quello di accrescere lo spirito e la cultura imprenditoriale, fornendo esempi di figure di successo e programmi di formazione professionale.

Non solo economia ma anche conoscenza del territorio

Il programma redatto per la giornata di lunedì 28 ottobre prevede l’osservazione del processo di lavorazione della ghiaia estratta dalla cava in tutte le sue fasi, dall’estrazione alla frantumazione. Il gruppo Giovani Imprenditori potrà quindi confrontarsi con le diverse attività di produzione di questo settore. Durante il pomeriggio è stata anche pianificata una passeggiata lungo il Sentiero del Tracciolino per poter conoscere meglio le attività e le caratteristiche del territorio.

Novate Mineraria esempio nel campo edile per i giovani imprenditori

L’azienda Novate Mineraria, parte del gruppo Pensa, opera da oltre 50 anni nell’ambito edilizio; in particolare si specializza nel settore delle costruzioni edili, stradali, idriche e ferroviarie oltre alla coltivazione di cave minerarie e alla lavorazione di materiali estratti.




Gaetano Orazio in mostra da API Lecco e Sondrio

“Someanza”, le opere itineranti di Gaetano Orazio

L’artista brianzolo Gaetano Orazio celebra più di 20 anni di vita vissuta in Brianza con la sua mostra “Someanza o del Trovante” ospitata dal 19 settembre al 19 ottobre presso la sede di Lecco di Api Imprese. Si tratta di una mostra itinerante in cui, oltre alla serie di dipinti e poesie che vanno dal 1994 al 2010, sono esposti i lavori realizzati a partire dall’inizio del 2019, nei quali domina la figura antropomorfa che si è “svelata” all’artista.

La mostra è aperta al pubblico e fa parte di un percorso inaugurato lo scorso 15 settembre presso “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini. A seguire si è spostata appunto a Lecco nella sede di Api Imprese e prossimamente sarà a Civate nella sala civica, a Olginate nel convento di Santa Maria la Vite, a Barzanò presso PeregoLibri ed infine a Lecco presso libreria Cattaneo.

Inaugurazione mostra Gaetano Orazio - Api Imprese

La visione di Gaetano Orazio, opere come fotografie della realtà

Il titolo “Someanza” deriva dal termine dialettale che allude alla fotografia, sentito da un amico dell’artista che chiedeva ad un fotografo di fargli una “somiglianza”, una foto appunto. Gaetano Orazio ha sempre cercato di fare la stessa cosa nella sua produzione artistica: rendere una somiglianza di tutto ciò che lo circonda. Il sottotitolo – o del Trovante – è un rimando al termine che Antonio Stoppani era solito utilizzare per riferirsi ai massi erratici, molto tipici del territorio brianzolo.

Tra i vari periodi pittorici, affrontati in quella gola di montagna, Gaetano Orazio, fin dal 1994, dipinge una serie di carte e tele, affascinato dalle forme che l’acqua, e la natura in generale, assumevano. Tra i suoi dipinti più celebri figura quello del “Trovante“, una sintesi tra la pietra e le castagne d’acqua che si sviluppano nel lago di Annone. Durante i suoi studi en plein air sul territorio brianzolo, scorge l’ombra di una figura antropomorfa proiettata sulla pietra di un monte, e si convince che sia la sintesi dell’anima di quel luogo.

La mia arte è una “chiamata”, in altre parole una necessità, un’urgenza panica, di ritornare alle origini, vale a dire al luogo dove tutto è cominciato

Gaetano Orazio

La sua carriera è iniziata nel 1994, sulle sponde del torrente Rio Toscio in Civate, microcosmo al quale l’artista faceva spesso ritorno, come attirato da forze magnetiche, e da cui ha tratto ispirazione per molti dei suoi dipinti e delle sue poesie. Nessun committente, ma solo ed esclusivamente il bisogno di avere risposte dallo spirito creante, di essere testimone della bellezza di madre natura.

Il Trovante, un’ombra sul Monte Rai diventa Musa ispiratrice

L’idea per la creazione di questa mostra nasce nel giugno 2018 (quasi 25 anni dopo l’inizio della sua “carriera”) quando, dirigendosi verso quel monte, la moglie di Orazio gli indica il “Trovante”: una enorme ombra sulla parete del Monte Rai, a poca distanza dal Corno Birone, vicino al luogo dove per anni lo aveva cercato e dipinto. La stessa figura che egli aveva “inventato” era lì da sempre, malgrado lui non l’avesse mai vista; dalle 10 del mattino a mezzogiorno, appare da sempre: una scoperta miracolosa che spinge, dunque, l’artista a progettare questo evento.