La Provincia del 29 luglio 2025, parla Angelo Crippa export manager Rete Ufficio Estero.
Confapi incontra Segretario per la Giustizia di Hong Kong: nuovo slancio rapporti tra PMI italiane e mercato asiatico
L’iniziativa si inserisce nel quadro delle attività congiunte volte a favorire lo sviluppo delle relazioni economiche tra le PMI italiane e il mercato asiatico, e ha rappresentato un’importante occasione di dialogo con alcune qualificate realtà di Hong Kong. Al centro dell’incontro: il sostegno alle imprese italiane interessate a espandere la propria presenza a Hong Kong, nella Cina continentale e nel più ampio contesto asiatico, nonché l’attrazione di investimenti da parte di aziende cinesi verso il nostro Paese.
Per Confapi sono intervenuti il Vice Presidente nazionale Corrado Alberto e Vincenzo Elifani, Presidente di Unionservizi e membro della Giunta nazionale, mentre per ICCF ha partecipato il Direttore Marco Bettin, il cui intervento ha evidenziato le sinergie operative già attive tra ICCF e Confapi, a supporto dell’internazionalizzazione delle PMI. All’incontro hanno preso parte anche rappresentanti di enti e società specializzate nei servizi per l’internazionalizzazione, partner chiave nella strategia condivisa da Confapi e ICCF per agevolare l’accesso delle PMI italiane ai mercati asiatici e promuovere partnership con interlocutori locali altamente qualificati.
Licenziamenti. Camisa: sentenza consulta crea ulteriore incertezza in pmi industriali
Presidente Camisa al forum imprenditoriale Italia-Algeria
Camisa nel corso del suo intervento al panel “Opportunità di scambi e investimenti in Italia e Algeria” dedicato agli investimenti per rafforzare il partenariato industriale tra le Pmi industriali italiane e le imprese algerine, ha portato all’attenzione temi centrali per lo sviluppo delle economie dei due Paesi come il ruolo strategico delle Pmi industriali, la cooperazione, i giovani e la formazione.
“L’Algeria – ha detto – rappresenta una priorità strategica per Confapi. Il nostro obiettivo oggi è mettere in risalto il ruolo cruciale che le Pmi industriali italiane possono svolgere nel rafforzamento delle relazioni economiche con questo Paese. Tali realtà imprenditoriali trovano nell’Algeria un mercato dinamico e ricettivo. Tra i settori chiave, un ruolo di primo piano spetta alla meccanica, cuore pulsante del sistema manifatturiero italiano e comparto strategico anche per lo sviluppo industriale dello stato nord-africano. Con un’età media di soli 28,6 anni, contro i 48,7 dell’Italia, l’Algeria è un Paese giovane, ricco di energie e potenzialità. Anche per questo, la formazione e il sostegno all’imprenditoria giovanile sono quindi leve fondamentali per costruire un futuro sostenibile. È qui che le Pmi industriali italiane possono fare la differenza, portando competenze, tecnologie e un modello industriale flessibile, replicabile e radicato nei territori. Come Confapi – ha specificato – siamo impegnati nel Piano Mattei e da tempo guardiamo strategicamente al continente africano ritenendo che il nostro modello produttivo, economico e sociale possa supportare la crescita e lo sviluppo in una vera logica win-win”.
Camisa ha poi ribadito che “le missioni di sistema sono lo strumento chiave per tradurre questi obiettivi in azioni concrete. A luglio, Confapi ha organizzato insieme a Ice una missione ad Algeri, punto di arrivo di un lavoro avviato già nel 2022 con la firma di un accordo con ANADE, l’Agenzia algerina per l’imprenditoria. Un percorso rafforzato dalla missione istituzionale guidata dal Ministro Tajani nel marzo scorso. Stiamo lavorando ogni giorno – ha concluso – con l’obiettivo di creare importanti opportunità di relazioni commerciali. Continueremo a investire in questa direzione, promuovendo occasioni di incontro e collaborazione tra le Pmi dei due Paesi sempre in un’ottica di partenariato che valorizza entrambi i sistemi, mettendo al centro la crescita condivisa e il trasferimento di know-how”.
Confapi, pubblicato il bilancio di sostenibilita
Confapi e Ice in Algeria per missione imprenditoriale meccanica
Presente per Confapi Lecco Sondrio, in qualità di Temporary Export Manager di un’azienda associata, Doretta Rigamonti della Rete Ufficio Estero per partecipare a incontri B2B potenziali nuovi partner commerciali sul mercato algerino.
L’Algeria rappresenta un mercato importante per il comparto automobilistico: nel 2023 ha assistito alla ripresa dell’assemblaggio di veicoli, settore che rappresenta oggi una delle principali priorità del governo per promuovere lo sviluppo industriale nazionale. Le autorità puntano infatti ad attrarre investimenti esteri e a rafforzare l’integrazione locale nella filiera automobilistica attraverso diversi progetti. A dicembre 2023, FIAT-Stellantis ha inaugurato uno stabilimento a Tafraoui, nei pressi di Orano, con l’intento di raggiungere una produzione annua di 90.000 veicoli entro il 2026. Anche le case automobilistiche OPEL e JAC hanno ottenuto il via libera per iniziare la produzione nel Paese. Secondo il Ministero dell’Industria, inoltre, attualmente operano in Algeria tra i 300 e i 350 fornitori nel comparto della componentistica, specializzati principalmente in cablaggi, pneumatici, parti in plastica e sedili.
I lavori sono stati aperti dall’ambasciatore italiano in Algeria, Alberto Cutillo, che ha ricordato la forza delle relazioni tra i due Paesi in vista del forum previsto per il prossimo 23 luglio a Roma. All’evento, tra gli altri, sono intervenuti il direttore dell’Ufficio ICE-Agenzia di Algeri, Maurizio Motta, il Presidente del Consiglio Nazionale Algerino di Concertazione per lo Sviluppo delle PMI – Cluster Meccanica di Precisione, Adel Bensaci, e la Direttrice Comunicazioni e Relazioni Pubbliche di Stellantis, Hayet Hellel Hamadi. Durante la missione, inoltre, si sono svolti 120 incontri B2B personalizzati per le imprese partecipanti, che hanno così potuto esplorare opportunità commerciali e industriali con gli operatori locali. Insieme a una delegazione di imprese italiane associate a Confapi, hanno partecipato all’evento circa 60 operatori algerini, in maggioranza rappresentanti di aziende che operano nei settori produttivi della meccanica, automotive ed edilizia, nonché importatori e distributori.
Confapi alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina
L’evento ha rappresentato un momento strategico del percorso politico dedicato alla ricostruzione dell’Ucraina anche attraverso un approccio che valorizzi la partecipazione di tutta la società civile e del sistema produttivo.
Obiettivo principale della Conferenza è stato quello di promuovere il supporto e gli investimenti per la ricostruzione e l’ammodernamento dell’Ucraina, attraverso l’assistenza di emergenza, progetti di recupero, il sostegno al processo di allineamento delle politiche ucraine agli standard e ai valori europei, la creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo dell’imprenditoria privata.
Le aziende Confapi hanno potuto anche partecipare alla piattaforma di networking volta alla creazione di contatti, opportunità di collaborazione e di scambi tra gli stakeholders italiani, ucraini e internazionali. Il MAECI ha inoltre selezionato la società CHD, associata Confapi, tra gli operatori ospitati negli stand espositivi di parte italiana, grazie al riconosciuto contributo tangibile al processo di sicurezza e ricostruzione nei territori colpiti dal conflitto, attraverso un progetto per la realizzazione di un Centro Nazionale di Sminamento e di una Scuola di Formazione per Sminatori.
Le nostre aziende hanno portato il proprio know how e le proprie eccellenze, mostrando ancora una volta il valore del Made in Italy nel mondo.
Dazi. Camisa: shock enorme ma evitare toni barricaderi
“Non va dimenticato – aggiunge – che le imprese statunitensi necessitano di componentistica dall’estero e in questo campo l’Italia può mettere sul tavolo le sue eccellenze per cercare una riduzione o cancellazione dei dazi. La filiera italiana dell’industria può trovare delle opportunità nell’attuale contesto di caos, ma è fondamentale che anche le Istituzioni svolgano il proprio ruolo, impostando una politica industriale che guardi al futuro. Occorre che il Governo capisca su quali settori industriali puntare e si attrezzi con una miscela di incentivi e sussidi per permettere alle aziende italiane di giocare ad armi pari con gli altri competitor internazionali. Al contempo vanno promossi progetti di collaborazione e aggregazione per le Pmi industriali nonché elaborare una strategia di approvvigionamento di materie prime per mitigare il rischio di ritorsioni da parte del Governo di Pechino”.
“Lo sbocco in altri mercati – conclude il Presidente di Confapi è – certamente utile ma nessun mercato potrà mai sostituire quello statunitense”.
Dazi Usa, commento Borgonovo: rassegna stampa
Gli articoli pubblicati dopo il lancio del nostro comunicato stampa.
- La Provincia, allegato: “Il Governo tuteli la nostra competitività”
- Lecconotizie: Dazi Usa, Borgonovo (Confapi): “Il Governo deve tutelare la nostra competitività”
- Lecco Today: Dazi Usa al 30%, allarme tra le imprese lecchesi: “Tutelare la nostra competitività”
- Prima Lecco: Dazi USA, allarme tra le imprese lecchesi: “Serve tutela dal Governo”
- La Provincia Unica TV: Dazi Usa, Borgonovo: «Il Governo difenda la nostra competitività»
Ex Ilva, Luigi Sabadini per Confapi in audizione su dl crisi industriali
Confapi pur riconoscendo lo sforzo del legislatore di intervenire su dossier di crisi complessi e strategici per il Paese, come quello dell’ex Ilva, ha espresso forti preoccupazioni per l’impatto che alcune di queste misure avranno sulle Pmi industriali, in particolare quelle della filiera della meccanica. Già in occasione dell’esame del Ddl di conversione del DL 3 del 2025 (cd. DL ILVA), Confapi aveva auspicato una rapida conclusione della gara internazionale, ritenendo necessaria, almeno inizialmente, una rappresentanza pubblica nella nuova governance per garantire la continuità produttiva dell’indotto e il monitoraggio del piano industriale. Aveva inoltre sottolineato l’importanza strategica del polo dell’acciaio per il Paese e la necessità di evitare uno “spezzatino” di Acciaierie d’Italia, con effetti disastrosi sulla filiera.
Le osservazioni della Confederazione si sono concentrate così sugli articoli di maggiore interesse per le imprese rappresentate, evidenziando criticità e proponendo correttivi ritenuti indispensabili per garantire equità, tutela del mercato e la sopravvivenza di centinaia di aziende fornitrici. Sabadini ha quindi affermato: “È importante mantenere la continuità produttiva dell’ex Ilva per evitare che venga messa da parte nelle liste dei fornitori continuativi. Riteniamo positivo, a questo proposito, il finanziamento di 200 milioni di euro per sostenere le urgenze quotidiane, di questi 105 milioni dovrebbero andare a coprire le spese per le materie prime e le spese ordinarie. Segnaliamo però che non c’è alcuna garanzia che una parte di queste risorse venga utilizzata per pagare i fornitori storici. Tante Pmi hanno uno stock di debito nei confronti dell’ex Ilva, e questo sta diventando un problema finanziario molto pesante”.
Sabadini ha poi espresso apprezzamento per il fondo perduto da 1 milione per le Pmi che operano in stretta connessione con Ilva, misura però ritenuta insufficiente e senza il decreto attuativo emanato, ponendo così “l’attenzione all’aspetto finanziario di questa vicenda”. Confapi chiede così strumenti di garanzia per il pagamento dei crediti arretrati, per evitare crisi a catena nella filiera, e considerando che il futuro dell’Ilva dipende anche dalla tenuta economica delle Pmi dell’indotto, auspica che la conversione del decreto dia finalmente risposte concrete alle Pmi fornitrici.
“Considerando quindi che l’Italia è il secondo player europeo dell’acciaio – ha aggiunto –, la scelta della decarbonizzazione va perseguita, ma con cautela, perché la qualità dei prodotti ex Ilva è imprescindibile, tutto il resto dell’acciaio è da forno elettrico e non raggiunge livelli di qualità sufficienti per tutte le produzioni tecnicamente evolute: in più in tutto il bacino del Mediterraneo si sta sviluppando una produzione di acciaio concorrenziale, anche perché i costi dell’energia non sono assolutamente comparabili con i nostri, quindi all’interno del discorso dell’ex Ilva il ragionamento del costo dell’energia diventa imprescindibile”.
Tra le altre osservazioni, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, si propone inoltre di estendere l’esonero contributivo CIGS a tutte le imprese della filiera nei settori in crisi (automotive, moda) e inoltre si richiede una deroga temporanea alla CIGO: estensione a 104 settimane consecutive in tre anni per le imprese fornitrici dei settori in crisi, rispetto alle attuali 52 settimane nell’arco del biennio.
Secondo Confapi le misure per l’indotto se pur apprezzabili sono ancora insufficienti rispetto all’alto livello di crediti non pagati. A tal fine propone l’istituzione di un Fondo di Garanzia per la cessione dei crediti incagliati e di riattivare il “Carry-Back” delle perdite (misura adottata in pandemia) per compensare quelle attuali con utili pregressi e recuperare liquidità, essenziale per le imprese ora escluse dal credito.
In merito al CBAM, Sabadini ha concluso: “Tale meccanismo non andrà a sistemare tutte le criticità legate al mondo dell’acciaio. Noi ci stiamo focalizzando con tecnologie che vanno a ridurre l’impatto delle emissioni di CO2 nella produzione dell’acciaio, ma non c’è solo questa che definisce sia la qualità del tipo di impianto che l’economicità della produzione di quel tipo di acciaio – aspetti dei costi dell’energia –, ma il sistema dei flussi di acciaio all’interno dell’economia globale è ancora più complesso”. “Assistiamo ad una crescita di investimenti in tutto il Far East della produzione dell’acciaio che andrà a peggiorare la situazione produttiva all’interno della Comunità Europea, essendo noi il secondo player europeo ne saremo investiti. Quindi da una parte, si pensa al CBAM come deterrente, ma sarà necessario pensare ad una politica di dazi – adesso è attivo il sistema delle quote – ma serve un sistema che vada ad inasprire la possibilità di import selvaggio di acciaio”.