“Negli ultimi giorni – spiega – sono giunte notizie particolarmente preoccupanti dalla Germania. Ieri in particolare il prezzo dell’elettricità ha lambito i 400 euro/MWh, un livello molto vicino alla crisi del 2022. Berlino sta pagando a caro prezzo l’ideologia green che ha portato allo spegnimento delle centrali nucleari e l’eccessivo affidamento alle energie rinnovabili. Ma le difficoltà tedesche rischiano di ripercuotersi sull’intero mercato energetico europeo. Anche in Italia la situazione inizia a farsi nuovamente preoccupante visto che il prezzo dell’elettricità all’ingrosso è giunto a 170/MWh. Questo rialzo rischia di ampliare ulteriormente il differenziale di prezzo con Paesi come la Francia e la Spagna che, beneficiando del nucleare, riescono a tenere molto più contenuti i prezzi energetici. Solo per fare un esempio, lo scorso mese il prezzo elettrico italiano è stato pari a 128,44 euro/MWh, 41% in più della Spagna e 135% in più della Francia”.
“Dal punto di vista strategico – conclude Camisa – occorre accelerare il più possibile l’adozione del nucleare e il rafforzamento delle rinnovabili, ma nel frattempo è imperativo che il Governo maturi una chiara politica industriale per permettere alle imprese italiane di giocare ad armi pari con le rivali europee”.